Si fa ogni giorno più stringente la questione del caro prezzi sul settore dell’agroalimentare senese. L’aumento dei costi sta mettendo in seria difficoltà le aziende del territorio con conseguenze evidenti al supermercato dove le razzie agli scaffali sono all’ordine del giorno. La guerra in Ucraina ha infatti fatto esplodere il caro concimi e poi l’aumento del prezzo del grano e del mais nonché quello sul gasolio per la messa in azione dei trattori. Mentre le aziende fanno i conti con il boom sulle materie prime, il Decreto energia appare sempre più come un palliativo. Ecco le parole del direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena, Gianluca Cavicchioli.

“E’ evidente che la guerra è diventata una sorta di scusa per non intraprendere azioni significative a fronte di quello che sta accadendo. La preoccupazione – dice il Direttore portando la voce delle aziende del territorio – è forte, si sa che i prezzi salgono velocemente e poi difficilmente discendono quello che però a noi preme è il messaggio che abbiamo lanciato più volte: nel libero mercato certe volatilità ci sono ma tra andamenti e speculazioni c’è una bella differenza”. Tra tutte emergono alcune problematiche più imminenti: “I prezzi sono fuori mercato. Da un punto di vista operativo i problemi sono proprio sui fertilizzanti, il gasolio e l’alimentazione degli animali. La difficoltà non è tanto nella carenza ma nella distribuzione delle risorse stesse. Purtroppo – aggiunge – in agricoltura non possiamo aspettare momenti migliori, le semine e le lavorazioni sul terreno richiedono tempi precisi”.

Per il Direttore è necessario, o quanto meno lo sarebbe stato “lavorare di anticipo, infatti non ci siamo improvvisamente svegliati deficitari di grano tenero. Lo sapevamo quindi bisogna avere la capacità di programmazione. Far fronte nell’immediato e anticipare gli stessi perché i tempi oggi sono veloci e i problemi si verificano velocemente”.

E il Decreto energia con lo stanziamento di 195 milioni per il comparto rurale non convince: “I ristori o i contentini non servono a nulla, nemmeno nell’immediato. Ci sono strumenti che possono attenuare la crisi il fatto è che è necessario avere un credito per la produzione agricola, dei punti mutualistici previsti dalla pac. Non sono azioni risolutive ma operazioni che mettono o danno un briciolo di tranquillità in più. E’ più utile avere due-tre ombrelli paracadute piuttosto che tante misure estemporanee che non risolvono nulla. Qualcuno – conclude – deve intervenire perché nessuno riesce più a reggere la situazione”.