Il Ministero della Transizione Ecologica – MiTe – ha emanato i decreti per l’adozione della “Strategia nazionale per l’economia circolare – SNEC” (DM 259) e del “Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti – PNGR” (DM 257).
La SNEC e il PNGR rappresentano le principali riforme previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per quanto riguarda la Missione 2, componente 1, dedicata all’economia circolare e all’agricoltura sostenibile. Il PNGR è peraltro previsto e definito dall’art. 198-bis del decreto legislativo 3 aprile 2005, n. 152, introdotto dal decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116.
Si segnala peraltro che è in corso di elaborazione anche il Programma Nazionale per la Prevenzione dei Rifiuti (PNPR) previsto e definito dall’art. 180 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 così come riscritto dal decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116 che ha recepito la direttiva 2008/98/CE.
SNEC
La Strategia Nazionale per l’Economia Circolare è un documento programmatico che individua le azioni, gli obiettivi e le misure che si intendono perseguire, al 2035, nella definizione delle politiche istituzionali volte ad assicurare un’effettiva transizione verso un’economia di tipo circolare e per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, in continuità con gli impegni adottati nell’ambito dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile.
Diversi temi della SNEC riguardano il settore agricolo, motivo per cui in sede di consultazione pubblica attivata dal MITE nello scorso autunno Confagricoltura aveva ritenuto opportuno trasmettere le proprie osservazioni (vedi allegato).
Simbiosi industriale, sottoprodotti e materie prime seconde
Per quanto riguarda i temi, la Strategia si focalizza sugli strumenti che intervengono nella catena di acquisto dei materiali (Criteri Ambientali Minimi per gli acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione) e sui criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste). Inoltre, la Strategia include contenuti che riguardano il riutilizzo, lo sviluppo di un mercato di materie prime seconde nonché la simbiosi industriale con focus sulle reti d’impresa nei distretti circolari.
Si ricorda che la simbiosi industriale è processo in cui i prodotti di scarto e i sottoprodotti di un’azienda diventano materie prime per un’altra o per un altro processo produttivo, creando rapporti di interdipendenza dove energia e rifiuti circolano continuamente senza che vengano prodotti scarti, in analogia a quanto accade negli ecosistemi naturali. Tale strumento può favorire l’incontro tra domanda e offerta e in tale direzione, sottolinea lo stesso MiTe nel documento, potrebbe essere utile un ampliamento della piattaforma dei sottoprodotti alle materie prime seconde potrebbe aiutare tali processi di simbiosi.
Oltre alla piattaforme digitali, la Strategia indica che dovranno essere incentivati (anche tramite adeguati strumenti finanziari e legislativi) contatti e rapporti trasversali stabili tra associazioni imprenditoriali e di categoria, consorzi di aziende ed enti di gestione, enti di controllo ed enti di ricerca (statali e non), sotto forma di gruppi di lavoro e/o osservatori per favorire le necessarie sinergie e interazioni tra i vari soggetti coinvolti, in modo da massimizzare l’effetto delle misure adottate.
Infrastrutture energetiche rinnovabili
Focus specifico è dedicato alle infrastrutture energetiche rinnovabili. Il MiTe sottolinea che per una loro implementazione in ottica circolare, occorre ottimizzare l’efficienza operativa degli impianti stessi e garantire un uso responsabile delle risorse in ogni fase dell’impianto: dalla progettazione (in ottica di ecodesign), alla costruzione, dall’esercizio e manutenzione al fine vita degli impianti. Il riciclo, il ‘second life’ e il repowering degli impianti permetteranno una riduzione dello sfruttamento delle risorse rinnovabili. In previsione dello sviluppo di nuovi impianti e della necessità di ammodernamento degli esistenti con dismissione dei parchi solari ed eolici obsoleti, sarà importante implementare tecnologie e infrastrutture utili per valorizzare il rilevante flusso di materiali e di rifiuti che deriveranno dalle attività di dismissione.
Risorse idriche
Per il MiTe è necessario, dal punto di vista industriale e imprenditoriale, incrementare le attività di valorizzazione delle acque di scarico (reflue) depurate. Tuttavia, dato il basso livello di effettiva diffusione di percorsi circolari nel settore idrico si prevede:
- la revisione del quadro normativo vigente e l’unificazione delle diverse prescrizioni, requisiti e standard di qualità delle acque, in un unico provvedimento coordinato e di facile utilizzo per gli operatori;
- il possibile ampliamento delle tipologie di acque riutilizzabili per diverse destinazioni d’uso, a prescindere dalla propria origine. Fintanto che vengono rispettate tutte le qualità chimico-fisiche e microbiologiche dell’acqua trattata, l’origine, secondo il MiTe non deve precludere alcun tipo di utilizzo che sia industriale, agricolo o civile (si ricorda che il Regolamento 2020/741 sui requisiti minimi per il riutilizzo dell’acqua per l’irrigazione agricola si applicheranno dal 26 giugno 2023).
Per aumentare le quantità trattate, il Dicastero suggerisce di considerare come rete di distribuzione anche una rete logistica (auto o ferro cisterne), al fine di poter ottimizzare il riutilizzo delle acque trattate anche in siti diversi da quello di produzione.
Scarti agricoli e da potature
La Strategia per l’economia circolare dà indicazioni anche per la gestione degli scarti delle potature e di quelli agricoli. Si legge, infatti, che gli scarti legnosi (da rifiuti urbani, parchi e giardini) dovrebbero essere principalmente utilizzati per la produzione di ammendante che possa tornare ad arricchire i suoli dei nutrienti e della sostanza organica persi anziché utilizzati a fini energetici. Si suggerisce, inoltre, di utilizzare i residui di potatura delle coltivazioni agricole e quelli derivanti dalla gestione e della manutenzione delle foreste anche nelle filiere energetiche. Viene indicato come necessario, inoltre, l’incremento di pratiche agricole sostenibili come i sistemi di riuso della sostanza organica agricola (ad es. deiezioni zootecniche, digestato da fermentazione anaerobica, sottoprodotti e scarti), l’utilizzo di tecniche di fertilizzazione e distribuzione del materiale organico (effluenti, digestato, compost, ecc.) più efficienti ed efficaci, come, tra le altre, l’iniezione diretta del digestato.
Tassazione
L’obiettivo che la Strategia si pone su questo tema è di modificare o eliminare le tasse correnti che implicano costi per le attività circolari e rinnovabili, rafforzando le tasse su risorse e capitale naturale non rinnovabili ed eliminando i sussidi per attività dannose per l’ambiente. Tra le azioni da realizzare entro il 2035, rientra anche l’eliminazione graduale delle sovvenzioni in contrasto con la gerarchia dei rifiuti, l’introduzione di tasse e restrizioni per il collocamento in discarica e l’incenerimento dei rifiuti senza recupero energetico, l’introduzione di regimi di tariffazione puntuale per i rifiuti prodotti e altre misure per incoraggiare la raccolta efficiente di prodotti e materiali usati.
PNGR
Il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti rappresenta uno strumento di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione e gestione dei rifiuti.
Gli indirizzi previsti nel PNGR coprono un arco temporale di 6 anni, fino al 2028, e sono classificati in 6 grandi cluster:
- interventi per ridurre il divario di pianificazione e di dotazione impiantistica tra le diverse regioni;
- misure per garantire il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti e di riduzione dello smaltimento;
- azioni per razionalizzare e ottimizzare il sistema impiantistico e infrastrutturale. Capisaldi delle strategie regionali dovranno essere: la completa tracciabilità dei rifiuti, l’individuazione di percorsi che portino nel breve termine a colmare il gap impiantistico, l’adozione dell’analisi del ciclo di vita (LCA-Life Cycle Assesment) di sistemi integrati di gestione rifiuti;
- misure per garantire elevati standard qualitativi di tipo gestionale e tecnologico;
- azioni per una gestione del ciclo dei rifiuti che contribuisca agli obiettivi di neutralità climatica;
- definizione delle priorità in materia di promozione della comunicazione e della conoscenza ambientale su rifiuti e sull’economia circolare.