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Un caffè con l’Assessore Regionale Simone Bezzini: impegno gravoso e pieno di aspettative da parte della cittadinanza

Dic 12, 2022 | Apertis Verbis, Novità

Gent.mo Dott. Simone Bezzini,

Una vita spesa in politica, dal primo gradino in avanti. E non è certo finita qui.
Adesso sto concentrando tutte le energie nel mio ruolo in Regione.

Essere assessore regionale alla sanità cosa vuol dire?
Lavorare per attuare l’articolo 32 della Costituzione, quello che tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. E farlo in una fase che ha visto ed in parte ha tuttora caratteri di natura straordinaria.

Il Covid, o meglio il post Covid, cosa ci ha lasciato e cosa ci ha insegnato?
Ci ha insegnato anzitutto l’importanza del carattere pubblico e universalistico dei sistemi sanitari. Ma ci ha spiegato anche che bisognerebbe investire nella sanità e rafforzare le reti territoriali: un insegnamento che rischia di essere tradito dal sottofinanziamento del fondo sanitario nazionale.

 In un mondo dove tutto corre, perdiamo velocemente il ricordo dei momenti bui, ove ci sentivamo persi. Un plauso per come ne siamo usciti ma giusto monito per gli anni a venire?
Quello che abbiamo vissuto rappresenta un monito anche per gli anni a venire. Per due ragioni. La prima è che altre pandemie possono presentarsi di nuovo. La seconda ragione sta in alcune criticità che la pandemia ha messo in evidenza e che devono essere affrontate: come il bisogno, ad esempio, di irrobustire le reti di assistenza territoriale evitando che l’intera pressione si scarichi sugli ospedali o l’esigenza, anche, di un apparato industriale che si posizioni su tutti i settori connessi alla sicurezza sanitaria, per evitare quei problemi sul fronte degli approvvigionamenti che, dalle mascherine a dispositivi e tecnologie, nella prima fase dell’emergenza abbiamo vissuto.

La nostra sanità di cosa ha bisogno?
Di attenzione e, come già ho detto, anzitutto di un adeguato finanziamento. Occorre inoltre modificare le regole che sovrintendono alla spesa del personale. Sono vecchie ed eccessivamente rigide: creano problemi all’organizzazione e mortificano i professionisti che lavorano in sanità.

Troppo spesso sentiamo lamentele, ma abbiamo delle eccellenze, che meritano forti sottolineature. Il sistema allora è giusto?
La Toscana è regione al vertice in Italia per quanto riguarda la garanzia dei livelli di assistenza essenziali. Siamo stati anche una regione che durante la pandemia ha garantito alti tassi di resilienza. Contiamo eccellenze in tante attività della rete ospedaliera. Ora dobbiamo concentrare le nostre attenzioni sulla prevenzione e sull’organizzazione dei servizi sul territorio, affiancando nuovi interventi agli investimenti che saranno fatti con i fondi del Pnrr. Naturalmente, al di là di eccellenze e resilienze, non mancano problematiche, come quella sui tempi e le liste di attesa per visite e prestazioni oppure la difficoltà a reperire professionisti per i pronto soccorsi. Anche su questo stiamo lavorando.

Il progetto per l’anno prossimo?
Iniziare la messa a terra del nuovo modello di assistenza sanitaria.

Cosa potremmo esportare dalle altre regioni in termini di sanità? Forse è il contrario?
Per tanti aspetti la Toscana è una regione, come si dice, benchmark nel panorama nazionale. Tuttavia abbiamo tanti ed intensi confronti con altre regioni, in special modo con Veneto ed Emilia Romagna. Migliorarsi è sempre possibile, il confronto è utile e guardiamo con attenzione ad alcune buone pratiche di questi contesti territoriali”.

Da cittadino senese, cosa manca al nostro territorio? Forse dovremmo essere più dinamici, coraggiosi ed innovativi?
In parte già lo siamo e il futuro del territorio sta in tre azioni già avviate o annunciate. C’è la riqualificazione in chiave strutturale e tecnologica dell’azienda ospedaliera universitaria senese: il direttore delle Scotte sta definendo il programma di investimenti. C’è l’attuazione dei progetti finanziati con il Pnrr per realizzare case di comunità, ospedali di comunità e centrali operative territoriali. Ci sta lavorando l’Asl territoriale e si tratta di elementi fondamentali per la nuova organizzazione. E poi c’è la realizzazione del Biotecnopolo e del Centro Nazionale per le Pandemie, che nel 2023 entrerà nel vivo”.

I nostri “campanili”. Croce e delizia? Più opportunità perse che centrate?
La peculiarità del nostro territorio sono una ricchezza, Ma dobbiamo garantire pari opportunità di accesso ai servizi a chi vive in aree rurali e montane. Per questo è necessario organizzare il lavoro in un’ottica di rete”.

Un messaggio agli imprenditori senesi
Tutelare il diritto alla salute è una componente importante per lo sviluppo economico de i territori.

Noi Le auguriamo un fruttuoso lavoro per proseguire questo impegnativo cammino in un settore fondamentale che è prima ricchezza di un sistema inclusivo, avanzato, rispettoso ed aperto. A presto e arrivederci.

Il Direttore
Gianluca Cavicchioli

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