Onoratissimi di poter porre le nostre domande al Dr. Giovanni Mottura,
fra le tantissime cose che ha fatto e sta facendo, su una di essa vorremmo, inizialmente, porre l’accento.
L’esperienza nell’Azienda Suvignano, come amministratore unico. Certamente impegno peculiare, decisamente unico, diremmo. Cosa ci può dire?
Sarò sempre grato all’ora Direttore dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, al Prefetto Postiglione per avermi proposto nell’aprile 2015, in quanto coadiutore dell’Agenzia sin dalla prima ora, un incarico che sulla carta presentava una evidente criticità: dal 2007, dopo oltre vent’anni di iter giudiziario partito nel 1983, il ‘bene’ Suvignano era pervenuto alla confisca definitiva, quindi patrimonio pubblico, ma non si riusciva ancora a trovare la quadra per una sua definitiva utile destinazione. Due giorni dopo ero a Siena, al lavoro. Dopo un primo periodo molto complesso, volto a trovare una corretta soluzione di iter procedurale ma, soprattutto, di equilibrio economico-finanziario dell’operazione, la collaborazione che si è instaurata tra tutte le istituzioni territoriali, Comuni e Regione e l’Agenzia, in soli tre anni ha trovato la formula giusta, consentendo all’inizio del 2019 la destinazione di Suvignano, per la prima volta nel caso di un bene aziendale ‘vivo’ e in funzionamento al patrimonio dello Stato, per il tramite della Regione Toscana con il suo Ente dedicato alle Terre Toscane.
Respirare l’aria di Suvignano ci riporta la mente alle nostre origini, molta tradizione e viver comune. Come la racconterebbe ad un turista che non conosce la Toscana e Siena?
Suvignano si racconta da sola. Scorrendo le sue immagini, come fa ogni buon turista sul web prima dell’arrivo, si ripercorre la storia del territorio e della società toscano-senese, aggiungendo, all’incanto della sua semplicità, un ‘valore’ che appartiene profondamente alla nostra tenuta: la bellezza della legalità.
Quali progetti in essere?
Primo tra tutti quello che si realizzerà entro la prossima estate: un ostello da non meno di quaranta posti, a partire da un casale attualmente non utilizzato. L’opera è già finanziata dalla Regione Toscana che approfitto per ringraziare pubblicamente anche per la fiducia che continua ad accordarmi. Contiamo così di poter allargare la nostra offerta e, soprattutto, di poter ospitare al meglio le non poche iniziative che portano a Suvignano tante scolaresche, associazioni e tutte le persone che, dall’Italia e dall’estero, si interessano al percorso di legalità dell’azienda che oggi è parte integrante della nostra mission aziendale. Ma anche sotto il profilo agricolo e zootecnico sono in corso tante iniziative volte a sviluppare il passaggio al biologico, già ottenuto da quest’anno, muovendo verso una sempre maggiore sostenibilità ambientale, come caratteristica di tutte le nostre produzioni.
Le maggiori difficoltà che avete trovato nella gestione ordinaria?
Come dicevo, difficile è stata la ricerca iniziale di un equilibrio economico-finanziario nella condizione di assenza di un possibile supporto di capitali da parte dello Stato, purtroppo non previsto nella normativa del codice antimafia. Negli ultimi anni, grazie anche a esperienze sul capo come questa, qualcosa è cambiato ma molto ancora si può fare per accelerare le procedure di destinazione alla società civile dei beni in confisca.
Un momento che ricorda con particolare emozione? E cosa vorrebbe dimenticare velocemente?
Non posso negarlo: vedere a Suvignano le più alte cariche istituzionali a livello nazionale e territoriale che siglavano ‘a penna’, nel febbraio 2019, il nuovo destino dell’azienda, mi ha veramente emozionato e gratificato. Ma sono tantissimi gli eventi che abbiamo ospitato che ricordo con grande emozione: soprattutto quando c’è stato modo di coinvolgere e dare atto del lavoro delle ‘maestranze’ di Suvignano, dipendenti e consulenti, che con abnegazione hanno fatto un grande lavoro, senza eclatanza, in stile toscano. Da dimenticare, invece, la notte del 17 agosto del 2020 in cui ha preso fuoco il nostro più grande capannone agricolo, ma oggi si è tutto risolto per il meglio, con risarcimento e ricostruzione già fatta.
La tenuta di Suvignano cosa farà da grande?
Il progetto di crescita, nel suo dettaglio, è allo studio, con l’ausilio di esperti, grazie al socio Ente Terre. È comunque certo che lo Stato deve comprendere che il risultato oggi ottenuto è una tappa intermedia, ed è ineluttabile l’esigenza di completare l’opera intrapresa, con interventi finanziari (stimati in non meno di 15 – 20 milioni di euro) necessari a completare le opere di ristrutturazione, patrimoniale e produttiva, dell’intera tenuta per far definitivamente risplendere la bellezza della legalità, nei tanti nuovi posti di lavoro che si creeranno e in tutto ciò che sarà prodotto a marchio Suvignano. I fondi statali sussistono nell’ambito della Strategia Nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati ‘esemplari’ attraverso le politiche di coesione, nei quali Suvignano ritengo debba di certo rientrare.
Racconti in due parole chi è Giovanni Mottura?
Un commercialista a cui piace il suo lavoro, che nel tempo si è evoluto, per inclinazione personale, sempre più nel fare che nel controllare. Un amico mi dice spesso (più sull’ironico che sul lusinghiero): sei un commerci-artista.
Il premio “Investigation e Forensic Awards”, cosa ha significato per la Sua professione e per la sua persona.
Un inatteso, spero meritato non solo per anzianità di servizio. momento di gloria condivisa con i colleghi di studio, e di vita professionale, ma anche con la mia famiglia. Non a caso, forse, la maggiore dei miei tre figli oggi fa l’avvocato.
Scorrendo il suo pingue curriculum, notiamo molta passione ed interesse. Abbiamo visto giusto?
Se lo avete notato, sarà vero. Sono fatto così, mi è sempre piaciuto il mio lavoro”.
Un sogno nel cassetto?
Vedere Suvignano ‘grande’, al più presto, come vi ho appena detto. Personalmente, sogno molto poco, ma vista la passione di sempre, direi: giocare un match di doppio in coppia con il mio idolo, Adriano Panatta.
Un suggerimento alla Regione Toscana?
Continuare nel buon percorso intrapreso, per realizzare quel sogno nel cassetto.
Facendo le carte al paese Italia, cosa vede all’orizzonte?
Una stagione di grande crescita, se si sapranno adeguatamente e tempestivamente mettere a frutto i fondi del PNRR.
Un provvedimento che si auspicherebbe dal Governo?
Molto semplice, se restiamo su Suvignano: fare in modo che possa rientrare tra i casi ai quali sia applicabile la valorizzazione dei beni confiscati “esemplari”, con le conseguenze del caso. Per i temi di più larghe vedute, uno che vale per tutti: farsi promotore di una pace europea, e quindi mondiale, al più presto.
Siamo ai saluti finali, un’ultima domanda: un aggettivo per l’Unione Agricoltori?
Sempreverde e presente, come un cipresso nel paesaggio senese.
Il Direttore
Gianluca Cavicchioli