Con piacere porgiamo il benvenuto al Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Dr. Antonio Mazzeo.
Da toscani diamo per scontato quello che è e rappresenta la Toscana, ma dovendolo scrivere o meglio ben rappresentare ad un illustre sconosciuto, qualche remora ce la poniamo. Come facciamo a ben raccontare un insieme di bellissime storie ed esperienze umane, architettoniche, paesaggistiche e culturali che si perdono nella notte dei tempi?
La sintetizzerei con tre parole: storia, tradizione e innovazione. La Toscana ha un patrimonio unico al mondo che nasce dal suo passato, inimitabile, ma è anche sinonimo di benessere e opportunità per il futuro. Se persone da tutto il mondo vengono a visitare la nostra regione o arrivano da tutta Italia per studiare e formarsi, non è un caso. Io stesso mi son trasferito a Pisa nel 1996 per frequentare l’università e ci sono rimasto perché qui ho potuto specializzarmi e avviare due start-up. Ora, da Presidente del Consiglio Regionale, vorrei restituire a questa terra un pezzettino di quello che mi ha dato.
Compito gravoso e di assoluto lustro. Ci spieghi il Suo segreto e complimenti.
Non ci sono segreti. Però credo in una cosa semplice: la politica deve stare all’altezza degli occhi delle persone. Deve essere concreta nell’affrontare i problemi e dare risposte. E deve tornare ad avere la capacità di anticipare il futuro, non subirlo.
Vorrei iniziare con la data del 30 novembre. Davvero un giorno speciale che forse racchiude, in poche lettere e numeri, l’improba impresa. A Lei la parola.
Essere il primo luogo nel mondo, il 30 novembre 1786, ad abolire la pena di morte non è solo un’eredità di cui essere orgogliosi, ma incarna i nostri valori di terra di diritti, accoglienza e opportunità per tutti. Quella data rappresenta una delle nostre radici più profonde su cui far germogliare il nostro futuro.
A questo riguardo, desidererei riprendere quanto da Ella affermato “…ai ragazzi più giovani, affinché non siano mai indifferenti, non si voltino mai dall’altra parte, anche quando alcune questioni non lontane da noi…” Responsabilità e senso civico, rispetto per gli altri e per se stessi. Insomma da buoni toscani?
Esatto, sono le giovani generazioni che devono raccogliere il testimone e portare avanti quella grande tradizione toscana che ci vede protagonisti in tutti i campi. Il messaggio che vorrei trasferirgli è che non lascino mai che siano altri a decidere anche per loro.
Se Le domandassero se conosce Antonio Mazzeo, cosa risponderebbe?
Che per quanto lo conosca, è bello non smettere mai di scoprire che esistono aspetti di se stessi che magari non avremmo mai pensato di avere.
Fra le eccellenze, meritano uno sguardo le nostre produzioni agricole. Partendo da una simile prefazione, con tutto il rispetto possibile, possiamo affermare che anche in questo caso ci distinguiamo davvero bene. Ma forse siamo troppo abituati a “bucare” e non valorizziamo, sempre ed a dovere, quello che sappiamo fare, quello che con tanta passione creiamo?
La Toscana vanta un’antichissima tradizione enogastronomica, di saperi e di gusti. E’ tra le regioni più ricche di prodotti tipici contrassegnati da marchi di qualità dell’Unione Europea. La valorizzazione passa prima di tutto da nuovi investimenti destinati anche a svolgere una comunicazione adeguata che faccia conoscere le nostre eccellenze. Dobbiamo imparare a far sistema come Toscana e lasciare alle spalle i nostri campanilismi quando si compete col resto del mondo.
La concorrenza è feroce e spietata. Probabilmente dovremmo investire di più su quest’aspetto? Ne abbiamo piena consapevolezza?
La parola d’ordine deve continuare a essere ‘qualità’ perché è il vero valore aggiunto in grado di fare differenza. Aggiungo che l’agricoltura a cui pensa la Regione Toscana è quella che coniuga metodi di coltivazione rispettosi, come il biologico, e la produzione integrata e di tutela e valorizzazione dell’agro-biodiversità: orgogliosi di disporre di un Repertorio regionale-anagrafe nazionale che conserva 879 risorse genetiche di cui 753 a rischio, una rete di 180 Coltivatori Custodi e 9 Sezioni della banca del germoplasma. L’innovazione, insieme alla digitalizzazione e all’agricoltura di precisione, potrà essere una chiave ulteriore per favorire un’agricoltura sostenibile. È importante formare l’imprenditore agricolo, verso la cultura dell’informatizzazione, dell’innovazione e dell’aggregazione.
Noblesse oblige: da qui prendo spunto per dire che abbiamo anche la responsabilità, il dovere di essere coraggiosi, per i toscani del futuro, per le nostre generazioni. In fondo i nostri genitori e nonni ci hanno lasciato un bellissimo patrimonio. Concorda?
Concordo e come dicevo prima credo che dobbiamo avere il coraggio di continuare a coniugare la tradizione con l’innovazione. In fondo è quello che la Toscana ha sempre fatto in tutti i campi, dall’arte con Piero della Francesca che inventa la prospettiva, al Granduca Pietro Leopoldo che abolisce la pena di morte, fino al passato più recente quando nel 1986 da Pisa partì primo ‘ping’ che collegò l’Italia a Internet.
Ogni sprazzo di città è un’opera d’arte, così come le nostre campagne, i nostri musei. Di cosa abbiamo urgente bisogno? Di tecnologia? Di strutture? Di idee? Di determinazione?
Con i fondi europei, dal PNRR ai fondi strutturali, abbiamo molte risorse da investire, quello che manca spesso è la pianificazione e il coraggio di fare delle scelte. Io vorrei una Toscana sempre più digitale, perché solo cosi possiamo competere in Europa e nel mondo. Poi servono infrastrutture, una burocrazia più semplice che permetta alle migliori idee di fiorire. E dobbiamo porci un grande obiettivo: dare le stesse opportunità a chiunque, sia che nasca in un piccolo borgo o in una grande città.
Riassumendo: innovazione e tradizione. Queste, fra le tantissime parole, quelle che userei per iniziare a raccontare il nostro esser “toscani”. Vuole aggiungere qualcosa?
Ne vorrei aggiungere una terza: opportunità. Dobbiamo far diventare la Toscana sempre più la terra dove tutti possono coltivare i propri talenti e dove tutte e tutti possano realizzare i propri sogni.
Un progetto che intende assolutissimamente realizzare? Con l’aiuto di chi?
C’è un progetto a cui tengo molto: Toscana 2050. Lo scopo è quello di cominciare a pensare come sarà la nostra regione tra 30 anni, immaginando oggi come cambieranno l’agricoltura, il lavoro, la sanità, le città, in modo da anticipare il progresso e non subirlo. Per farlo ho chiesto a 15 delle migliori menti della Toscana di far parte di un comitato scientifico ad hoc ma i contributi di idee sono aperti a tutti. Vorrei che tutti i toscani, a partire dai più giovani, ci dicessero come immaginano il futuro e ci aiutino a costruirlo. Questo è un esempio di politica che guarda alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni.
Un rimpianto?
Durante la pandemia abbiamo attraversato momenti difficili, spesso però non siamo stati in grado di dare risposte tempestive a chi stava soffrendo di più: immagino i tanti studenti che con la DAD non hanno potuto vivere a pieno la scuola e la socialità degli anni più belli della loro vita. E purtroppo per loro non c’è stato e non ci sarà alcun ristoro. Per questo i giovani sono la priorità in questo mio mandato e per questo a loro abbiamo destinato il bando Ri-Generazione toscana, con 2.2 milioni destinati ai comuni toscani per progetti di partecipazione giovanile.
Una scelta felice?
Aver scelto Pisa e la Toscana per studiare, formarmi e costruire la mia famiglia.
Un regalo alla Toscana?
Rendere il Consiglio Regionale, la casa di tutti i toscani, sempre più un luogo accogliente, aperto, digitale e trasparente. Una casa di vetro, dove tutti i toscani possono rivolgersi e avere risposte.
Cosa non tollera? Cosa premia?
Non tollero la falsità, premio il merito delle persone e il coraggio di scegliere di anteporre l’interesse collettivo alle ambizioni personali.
Vorremmo tanto averLa in una della numerose nostre iniziative? Ci possiamo contare?
Certo, sto girando la Toscana in lungo e in largo per capire meglio le potenzialità e le difficoltà di ogni comunità, sarà un piacere incontrarci e partecipare alle vostre iniziative.
La ringrazio per il suo tempo.
Un caro saluto.
Il Direttore
Gianluca Cavicchioli