Solo un silenzio assordante ed insopportabile
Che coraggio avete nello strombazzare a destra ed a manca la necessità di evitare esondazioni, rischi di frane, incolumità fisica, limitare il rischio idrogeologico e chi più ne ha più ne metta…Ma è proprio così?
Non siamo d’accordo. Come sempre contano i fatti, quelli veri.
Ebbene giacciono ferme nei meandri della burocrazia oltre quattordici progetti d’intervento su corsi d’acqua della nostra provincia bisognosi, a detta di tutti, i mirati ed urgenti interventi.
Si, proprio così. Vi assicuriamo che non trattasi di bisogno materializzatosi nell’immediato, ma ben conosciuto e da anni.
Pile di carte e autorizzazioni (ergo: infinite spese a carico della collettività) che invece di trovare giusta dimora vagano da ufficio ad un altro, in cerca di restyling o di un beneplacito che tarda ad arrivare o non arriverà mai.
Ma allora, sono operazioni che devono essere eseguite oppure no?
Ricordiamoci che trattasi d’interventi richiesti e realizzabili da strutture pubbliche o pseudo pubbliche, non da stravaganti aziende che operano nel nulla.
Ed ancora: servono o no? Devono essere fatti o no? Evitare danni e salvaguardare il territorio ed i cittadini sono concetti sempre validi o mutabili alla bisogna?
Soffermiamoci ora un istante sul territorio e sulle aziende.
I primi. Senza paura di essere smentiti, l’ambiente e quindi anche i corsi d’acqua devono essere gestiti, mano tenuti. E questo lo si fa non con lo spirito dell’intelletto ma con miratissimi provvedimenti, eseguiti da “professionisti” che sanno come correttamente fare, avendo come primissimo intendimento quello di non arrecare danno all’ambiente.
Perché li rendiamo impossibili? Per il cagionato danno economico ed ambientale a chi dobbiamo chieder conto?
I secondi. Le aziende che da tempo immemore hanno gestito, sapientemente e con delicatezza queste esigenze, senza aspettare né scomodare Agenda Natura 2000, Sic e Sir, conoscono benissimo quando e dove intervenire, ma come ben sappiamo, non possono. Ma allora cosa devono fare? O meglio potrebbero fare?
Semplice: solo ululare al vento le loro necessità. Oltre che per un sentito dovere civico ed ambientale queste ultime “bramano” siffatti interventi per non subire danno, per non dover far fronte ad imperizia altrui, perché a casa loro sono di fatto ospiti. In questo caso pensiamo che non vi sia alcun dubbio su chi è causa del deterioramento.
Come si dice “la colpa morì fanciulla”, ma in questo caso non è proprio così.
Dopo aver scritto fiumi d’inchiostro ci siamo davvero stancati di perdere tempo e di trovare poca o nessuna, vera o presunta, attenzione.
Allora basta con la corrispondenza, che guarda caso deve essere, molto spesso rinviata. Perché non si trova….
Ma c’è bisogno di scrivere? Se sei un buon amministratore, ergo buon conoscitore, hai bisogno di missive, di segnalazioni? Ma non ci trastulliamo. Appunto si sta scherzando sulla “pelle”, vita altrui.
Gli infiniti gridi di allarme scompaiono nel nulla, come se fossero cose da non sentire, salvo poi, nei casi di grave pericolo, essere fatti propri per mostrare l’imminente esigenza d’intervento.
Concludendo: una non risposta è una risposta.
Cari agricoltori, cari territori, amabilissimi corsi d’acqua, arrangiatevi. Il nostro sistema è concentrato e presta solo attenzione ad un mondo etereo, immaginario, ove, con il solo pensiero, e con economie altrui, tutto si può fare.
Sia chiaro, come è chiaro che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Al bando il buon senso, la condivisione, il senso civico! Non servono o sono apprezzabili scusanti per il non fare, per rispondere a dinamiche, congetture e convincimenti di un mondo lontanissimo dal nostro.
I corsi d’acqua scorrono fra di noi, li vediamo tutti i giorni. Vi assicuriamo che esistono e che abbisognano d’interventi.