“Sanzioni pesanti alle aziende. Così penalizziamo chi si impegna e perde tutto il sistema, enti ed istituzioni compresi!”
Siena, 12 aprile 2023 – Le norme devono essere rispettate, ma crediamo anche che se un provvedimento nella sua applicazione evidenzia criticità, con senso di responsabilità, possa e debba essere riformulato.
È il caso di quanto statuito dall’art. 6 del D.M. n. 360369 del 6 agosto 2021 relativamente al c.d. OCM promozione.
La norma in parola avverte infatti che la mancata realizzazione di alcune azioni del contratto oggetto del contributo OCM promozione preveda una pesantissima sanzione oltre, nel caso di mancato versamento, l’escussione della polizza fideiussoria connessa.
Questa situazione, per l’ampiezza del numero di casi verificatesi e per gli elevati importi previsti a titolo di sanzione, sta assumendo numeri davvero ragguardevoli, anche a livello nazionale.
Riprendendo le premesse, riteniamo che questo stato di cose, possa necessariamente meritare una riformulazione della norma.
Crediamo infatti che l’intento del legislatore sia stato ed è quello di far utilizzare tutti i fondi disponibili per evitare penalizzazioni future visto che trattasi di fondi europei. Meritorio e condivisibile l’intendimento, ma non certo le modalità di prevenzione e sanzionatorie.
Le aziende in questione, se non hanno utilizzato tutto il plafond loro concesso, hanno avuto certamente oggettivi impedimenti e non per soggettive necessità o ripensamenti.
Ma qual è l’azienda che nella favorevole condizione di fare promozione preferisce non farla? Anzi, queste aziende che si impegnano a far conoscere il Made in Italy dovrebbero essere visti come singoli ma fondamentali nostri ambasciatori.
Cosa chiediamo? Tenuto conto che la richiamata normativa è stata oggetto di recente modifica, potrebbe essere intelligente trovare una soluzione, (moratoria?) di buon senso che vada sì nella direzione di ammonimento ma che non penalizzi oltremodo ed in maniera dozzinale detti valenti imprenditori.
Addirittura questo stato di cose suggerirà alle aziende di ben guardarsi dall’intraprendere future partecipazioni per gli anni venturi depotenziando così la necessaria azione promozionale certamente per i singoli produttori ma anche per l’intero comparto e per il sistema agroalimentare Italiano.
Insomma, così è perdente tutto il sistema, Enti ed istituzioni compresi. Possibile che non si possa trovare una soluzione da bene e di buon senso?