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1200 ettari di tradizione e innovazione posti nel cuore del Chianti Classico. Partiamo così per dare il benvenuto al Barone Francesco Ricasoli.

Mag 22, 2023 | Apertis Verbis, Novità

Nella tradizione vediamo lungimiranza, convinzione e sviluppo. Tutto iniziò nel lontano 1993. È soddisfatto del Suo cammino?

“Molto soddisfatto; è passato davvero molto tempo dal quel memorabile momento. Sono cambiate molte cose, nel frattempo, viviamo un altro mondo, ma il forte appagamento permane”.

Ci ha colpito la peculiarità della gestione, in tutti i suoi aspetti, valorizzare la tradizione nell’innovazione. Una scelta, un’idea dettata da cosa?

“Dalla storia e dall’unicità del posto. Brolio era ed è un punto di riferimento per il territorio. In passato, anche se non in maniera continuativa, si è fatto molta ricerca, spontaneamente, per curiosità. Impegno e la serietà hanno destato interesse sia di enti pubblici che di privati per fare strade comuni, come testare processi produttivi e macchinari”.

Zonizzazione non come slogan ma come profonda convinzione. I risultati sono evidentissimi, in termini di prodotto finale.

“Proprio così. In tempi non sospetti si è iniziato a studiare, in maniera capillare e metodica. Con il tempo sono venuti i risultati e gli stessi sono fonte e partenza per altri approfondimenti. Un percorso che non finisce mai, all’insegna dell’unicità”.

Il Sangiovese viene adeguatamente valorizzato dal nostro sistema?

“In passato, a livello internazionale, veniva considerato un vitigno minore ma oggi lo possiamo collocare ai primissimi posti. Questa è la conseguenza dell’aver lavorato molto bene. Questo ha nobilitato il vitigno. Il mercato è ben conscio che anche nel Chianti Classico ci sono perle uniche”.

Qui custodite cloni unici al mondo: un tesoro da conservare con cura ed attenzione.

“Certamente sì; siamo comproprietari per un terzo di due cloni.  Ma il clone non è tutto; seve l’opera dell’uomo, il clima ed il territorio. Servirà una vita per capire le loro potenzialità. Lo scorso anno abbiamo piantato un vigneto con uno dei due cloni”.

La scelta di “premiare” il Trebbiano, idea audace e forte. Una riscoperta o un’attenta rilettura?

“È una scommessa, credo vincente. Dopo 10 anni di attenta sperimentazione. Davvero soddisfatti del risultato. La sfida era quella di fare un grande vino con un vitigno bianco, mantenendo l’eleganza e la pulizia dei nostri vini rossi. Non è un figlio minore, tutt’altro”.  

Ultimo ma non ultimo: l’olio extravergine.  Altra peculiarità, altro sinonimo di Brolio, del Chianti Classico e delle nostre campagne?

“Unicità e ricchezza che ad oggi non ha trovato la giusta valorizzazione. Non possiamo fare a meno del nostro olio. I costi di produzione sono importanti ed il prodotto finale non teme confronti. Ma dobbiamo comunicare in maniera diversa. Percorso lungo e difficile ma ci dobbiamo riuscire, ne sono convinto”.

La sostenibilità ambientale e sociale. Un coacervo vincente, non comune e soprattutto palesemente percettibile non solo nelle parole.  

“Questo è il nostro approccio, la nostra convinzione. Ci sono poi le certificazioni ma la differenza viene fatta dalle persone. La mia famiglia ha grande responsabilità nel territorio e per il territorio. E’ un sistema circolare dove l’attività economica sostiene quella sociale ed ambientale. Ed è sempre tutto in divenire; costante e continua”.

L’innovazione, presente in ogni vostra azione ed attività, è ben riconoscibile. Imprescindibile e preziosa. Ma serve anche abbinarla ad una visione più ampia e coraggiosa di sviluppo?

“Fondamentale.  Chi ci fa visita rimane stupito perché si aspetta storia e tradizione. Siamo anche questo ma non solo. Siamo obbligati ad essere innovativi. La poca dinamicità è sinonimo di perdita di efficienza”.

In Europa riusciamo a farci valere?

“Il nostro paese è stato fra i fondatori dell’EU; siamo il terzo per importanza economica ed abbiamo anche un debito pubblico imponente. Quest’ultimo ci penalizza non poco. Tuttavia, per il settore agricolo, dovremmo far più sinergia con Francia e Spagna paesi che hanno le nostre stesse problematiche. Questo un po’ ci difetta e ci penalizza”.

Cosa chiederebbe alla Regione Toscana?

“Siamo contenti della nostra Regione. Attenta e dinamica”.

Un provvedimento da suggerire al Ministro Lollobrigida?

“Maggiore programmazione nei provvedimenti e nella gestione delle criticità. I problemi non diventano immediatamente irrisolvibili. Vanno seguiti monitorati. Questa continua improvvisazione, le deroghe, il riformulare è un pessimo segnale. Su questo mi viene in mente la problematica degli invasi aziendali. Ne abbiamo necessità e con urgenza. Non possiamo attendere le dinamiche politiche e gestionali degli Enti ed Istituzioni competenti. Basterebbe davvero poco”.

L’agricoltura può tranquillamente convivere con la biodiversità e la sostenibilità ambientale. Forse più che la conoscenza serve usare il buonsenso?

“Il buonsenso non basta, perché nessuno lo usa. Il rispetto delle cose e delle persone. Insomma tanto senso civico che nessuno più insegna né a scuola né nel vivere quotidiano”

Un pregio ed un difetto?

“Pignolo e preciso; a seconda della lettura e del momento, l’uno o l’altro”.

La sua agenda quotidiana?

“Nessuno schema precostituito. A seconda delle necessità e nella mia piena libertà”.

Il prossimo progetto?

“Non c’è un prossimo progetto, c’è un insieme di idee e progettualità che mai si ferma che mai s’interrompe. Un’azione quotidiana e costante nella strada del nuovo e del ben fatto”.

La ringraziamo per questo piacevole momento.

La salutiamo avendo negli occhi il Castello di Brolio immerso nel suo territorio, insieme ai  prodotti ed alle  sue innovative e peculiari idee.

Il Direttore,

Gianluca Cavicchioli

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