Decreto 5 aprile 2023 pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 15 giugno 2023, inerente all’istituzione della Rete nazionale dei boschi vetusti nella quale sono inserite le aree identificative aisensi dell’art. 3, comma 2, lettera s bis) del Testo unico delle foreste e delle filiere forestali (D. lgs. 3 aprile 2018, n. 34)
Nello specifico, il provvedimento, partendo dalla definizione di “bosco vetusto” di cui agli articoli 3, comma 2, lettera s bis) e 7 comma 13 bis del Dlgs, del 3 aprile 2018, definisce le disposizioni per la definizione delle Linee guida per l’identificazione delle aree definibili come “boschi vetusti” e le indicazioni per la loro gestione e tutela, anche al fine della creazione della Rete nazionale dei boschi vetusti.
All’art. 1 si istituisce la Rete nazionale dei “boschi vetusti”, nella quale sono inserite le aree identificate ai sensi dell’art. 3, comma 2, lettera s bis) del Testo unico delle foreste e delle filiere forestali dalle regioni, sulla base delle caratteristiche indicate dalle Linee guida di cui al decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 19 novembre 2021, n. 608943
All’interno della Rete nazionale è istituita, altresì, una sezione speciale nella quale sono inserite le foreste che UNESCO ha riconosciuto come “antiche faggete primordiali dei Carpazi e in altre regioni d’Europa”.
L’art. 2 esplicita che alla costituzione, all’aggiornamento e alla pubblicità della Rete nazionale dei boschi vetusti, provvede il Ministero attraverso la DIFOR IV, tramite il coordinamento delle attività regionali previste all’art. 3; ossia la trasmissione dei dati informativi per implementare la rete dei boschi vetusti.
L’art. 4 prevede che in sede di prima applicazione, entro il 31 marzo 2025, le regioni e le province autonome predispongono una relazione sull’attività svolta nelle due precedenti annualità per l’identificazione nel loro territorio delle aree definibili come boschi vetusti.
Si rimanda al testo del decreto per maggiori approfondimenti