Quello che è merso nella produttiva mattinata di approfondimento è nella necessità di rinverdire un forse senso di rispetto del cibo, soprattutto etico.
Certamente non sprecare comporterà riduzione dei costi, energetici e di acqua, ma anche ridare valore a quelle cose, primo di tutti il pane, che nel corso degli anni si è persa memoria.
Eppure siamo un paese “ricco” non da tanto tempo nondimeno i buoni comportamenti, l’attenzione alle cose ed alle consuetudini si è smarrito rapidamente.
Ben vengano norme ed indicazioni ma dipende tutto da noi, dalla famiglia e dalle scuole.
Basta fare mente locale al quotidiano e tutto assume un’altra visione.
Vi rimandiamo alle slides che abbiamo redatto, anzi qui le alleghiamo. I numeri son giusti, imbarazzanti ed impietosi.
Un vecchio adagio diceva che il primo guadagno è il risparmio. Consapevolezza contadina.
Abbiamo sempre considerato lo spreco guardano con i nostri occhi, ma proviamo per un attimo a metterci nei panni di chi invece sogna di avere quel pezzo di pane che noi, con incuranza adagiamo, nella migliore delle ipotesi, riponiamo nell’organico…
Ma le note positive ci sono: i ristoranti, le maestre, le amministrazioni ragionano con il cuore e non con le direttive e le cose buone e belle emergono sempre di più, evviva!
Poche parole e più fatti. Coltiviamo rispetto e senso civico.
È cosa di tutti.