Prime considerazioni dopo il primo anno di attuazione
Terminato di fatto il primo anno di applicazione della Pac viene spontaneo fare un primo bilancio. Purtroppo le manifestate perplessità hanno tutte trovato riscontro sul “campo”.
Minori entrate a fronte di maggiori obblighi e limitazioni in barba alla libertà d’impresa ed alla centralità del settore primario, di fatto quasi in subordine o comunque condizionato all’ambiente ed al clima.
A tutti noi preme un ambiente sano, ma si poteva fare diversamente e soprattutto il comparto agricolo meritava maggiore rispetto ed attenzione. Rimane sempre la vexata quaestio sugli effetti del clima. Le perplessità aumentano se si scava nei dati, nelle dichiarazioni, soprattutto di figure qualificate.
Non si tratta certo della riforma che Confagricoltura aveva auspicato: non va nella direzione di un potenziamento della produttività e della tutela del reddito delle imprese. I conosciuti imprevisti di questi anni non potranno essere certamente di facile gestione con questa nuova Pac. Occasione persa.
Minori risorse, circa un 20% in meno della precedente programmazione e più vincoli. Per questi ultimi è doveroso rammentare il rafforzamento della condizionalità anche “sociale”.
Gli ecoschemi sono fra le novità della Pac. Che dire, forse si poteva fare diversamente per le previste tutele ma come sempre vi è distanza fra la coltivazione e l’allevamento e gli intendimenti del legislatore.
Altra novità, forse più interessante, almeno dal punto di vista prettamente di “politica agricola” il fondo mutualistico “Agri–Cat”. Anche per questo tante domande da porre e risposte da attendere.
Insomma davvero tanto da parlare e ragionare. Per questo vi diamo appuntamento nella nostra rubrica “Nel campo dell’attualità”, calendarizzata per il giorno 10 luglio ore 15.
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