Nell’Unione europea è sempre più visibile la lacerazione narrativa tra agricoltori, strenui difensori di processi produttivi consolidati anche se inquinanti, e ambientalisti, orientati a fare qualsiasi cosa sia necessaria pur di salvaguardare il benessere del Pianeta. Quando però si approfondisce con coscienza la realtà dei fatti, emerge con cristallina trasparenza come gli agricoltori italiani ed europei, come spesso ribadito in diverse sedi dalla Confederazione e dai rappresentanti del Governo italiano, non pongano minimamente in discussione gli obiettivi fissati dal Green deal, quanto ad orientare gli stessi ad una strada volta a salvaguardare gli aspetti sociali ed economici degli Stati membri.
Gli sforzi compiuti dai nostri agricoltori per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e mitigare l’impatto ambientale delle produzioni sono una costante nei processi produttivi del settore, soprattutto se si pensa al ruolo digestione dei sistemi forestali che ricoprono il territorio, in Italia in maggior misura. Tuttavia, la Commissione europea, con una serie di dossier ritenuti cruciali, dalle emissioni industriali alla riduzione dell’uso di fitofarmaci, per il successo del processo di transizione guidata da una visione ambientalista radicale, ha costituito una trama che grava sempre più sull’operato degli agricoltori, senza considerare il ruolo cruciale di approvvigionamento che essi rivestono per il benessere dei cittadini degli Stati membri e del mondo, soprattutto in questa piega della storia, dove la sicurezza alimentare è una priorità globale.
La partita è ancora aperta su diversi temi cruciali per la stabilità dell’agricoltura europea, visto che il trilogo tra le istituzioni europee impegnate nel processo legislativo – Commissione europea. Parlamento europeo e Consiglio dell’UE – deve ancora avviarsi. Inoltre, il semestre spagnolo a guida del Consiglio e la prossima candidatura del Commissario Timmermans alle elezioni olandesi, lontano dai giochi politici unionali, lasciano sperare per il successo dei negoziati a favore del ruolo cruciale ricoperto dall’agricoltura. Confagricoltura, da parte sua, farà quanto possibile affinché ciò si realizzi, con un dialogo sempre aperto e razionalmente costruttivo per la salvaguardia delle proprie imprese, contestando un metodo basato esclusivamente su divieti, tagli e nuovi obblighi senza prevedere, in aggiunta, nuove risorse finanziarie per il settore.