In primo piano

Ivano Valmori sinonimo di innovazione tecnica ed informatica del settore agroalimentare

Ago 28, 2023 | Apertis Verbis, Novità

Affermazione che mi sento di fare senza rischiare alcuna smentita. Così diamo il benvenuto all’imprenditore di Faenza.

Tutto ebbe inizio 35 anni orsono? 

“Esattamente il 15 aprile del 1988 quando, davanti ad un anziano notaio di Faenza 5 giovani ragazzi (Ivano, Marcello, Andrea, Giambattista ed Elena) fondarono Image Line. Io ero il più vecchio e avevo la bellezza di ventun anni… IMAGE è proprio l’acronimo delle iniziali dei fondatori… ma ora sono rimasto solo io come socio. Ora potrebbe chiamarsi I LineL’idea era molto lungimirante (ma, purtroppo, leggermente fuori dal tempo…): usare l’informatica per aiutare il settore primario. Il primo software per l’agricoltura lo scissi per mio padre, con un Commodore 64… serviva per calcolare le dosi di concimi NPK da somministrare in funzione del risultato produttivo atteso dalle varie colture che avevamo in azienda”.

Il settore primario troppo spesso viene etichettato come un po’ troppo statico, guardingo e recalcitrante al nuovo, ma non è sempre così, o forse solo in parte. E non è detto che siano atteggiamenti negativi. Ne convieni?

“Ti posso raccontare la mia storia in ambito agro-informatico. Chi sviluppa applicativi informatici immagina che, una volta sviluppato il software, l’utente lo acquisti subito. Pensa, ad esempio, alla velocità con cui si sono diffuse piattaforme come Facebook, TikTok, Watsapp. Oggi esce l’applicativo, in pochi mesi lo conosce (e lo usa), tutto il mondo. In agricoltura è tutta un’altra storia…Facciamo l’esempio del QdC® – Quaderno di Campagna®. Il programma viene presentato all’azienda agricola. L’azienda agricola prima ci pensa e, poi, decide di provarlo… ovviamente la prossima annata agraria. Una volta provato (e verificato che soddisfa le sue aspettative…) l’imprenditore decide di acquistarlo ma… ovviamente la prossima annata agraria. Per vendere un software da poche centinaia di euro ad un’azienda agricola… servono dai due ai tre anni (almeno tre campagne agrarie). Ma questo ha un aspetto molto interessate… una volta che l’azienda agricola ha capito che gli offri un buon servizio e che si può fidare di te…difficilmente ti tradirà per passare ad un altro software”.

Commentiamo la Pac sul campo dopo averlo fatto sulla carta. Il nostro giudizio e valutazione, e non da ora, non arriva alla sufficienza. Fra le tante cose, ci leggiamo la poca centralità dell’agricoltura intesa come attività imprenditoriale da sempre attenta e rispettosa del territorio. 

“Vedi Gianluca… hai già risposto tu nel fare la domanda. ‘Poca centralità dell’agricoltura’. Questo è il problema. Per il politico e per il legislatore l’agricoltura sposta circa il 4% dei voti. Il ‘consumatore finale’ conta per il restante 96%. Anche io se fossi un politico sarei decisamente più interessato a far cose che ‘riguardano’ il 96% dei votanti rispetto al 4%… Ma qui c’è una grande contraddizione di base. Il 4% della popolazione produce il 100% degli alimenti che servono a tutta la popolazione… ricordo che mangiare è uno dei tre bisogni essenziali dell’uomo (dopo respirare e bere), quindi fare un buon lavoro per l’agricoltore corrisponde a fare un buon lavoro per tutta la popolazione. Facciamo un esempio pratico: se io chiedessi a qualsiasi ‘cittadino votante e consumatore’: ‘vuoi che promuova una legge per eliminare tutti i pesticidi dall’Europa?’ avresti un immediato cori di ‘siiiiiiii’. Ma se chiedessi al ‘cittadino votante e consumatore’: ‘vuoi che promuova una legge per eliminare tutti i pesticidi dall’Europa ma poi ti dovrai mangiare alimenti che vengono dal resto del mondo che sono prodotti utilizzando sostanze chimiche che in Europa sono già state bandite da oltre trent’anni?’… probabilmente avrei una risposta molto diversa. Fino a qualche decennio fa, tutti sapevamo che la pasta deriva dal grano e che le torte si fanno con la farina… avevamo tutti un’origine agricola (il nonno, lo zio, qualche parente era agricoltore). Ora se chiedi ad un teenager come si fa la pasta o come si fa una torta… avresti come risposta “si compra al supermercato!”.

Quando chi legifera capirà questo?

“Quando glielo spiegheremo con parole semplici…”

È impossibile e non corretto separare l’impresa e gli agricoltori dall’ambiente. Sono stati, da sempre, i gestori naturali ed oggi se possiamo ammirare la Val d’Orcia, le colline del Chianti Classico lo dobbiamo proprio a loro, ai nostri avi. Possibile che questo sia un concetto così restio ad essere condiviso?

“Caro Gianluca… è un problema di cUltura. Con la ‘U’. Se il ‘cittadino votante e consumatore’ prima di sparare sentenze facesse qualche ragionamento… forse le posizioni estreme si smusserebbero molto. Il primo attore che deve tutelare la sua salute ad il suo paesaggio è proprio l’agricoltore. È lui che vive nella sua azienda. È lui che deve aver cura del suo territorio.  È lui che la deve tutelare per lascarla ai figli. È lui che produce gli alimenti, per sé e per tutta la popolazione. Nessun agricoltore vorrebbe vivere in un ambiente inquinato o non proteggere e tutelare la terra che ha avuto in consegna dai genitori e che affiderà alla sua discendenza futura. Ma questa parte della storia è poco condivisa e in pochi la conoscono. Siamo noi agricoltori che dobbiamo fare aumentare la cUltura del bello e del sano che è il frutto della scelta della cOltura giusta nel territorio giusto. Confido molto nell’intelligenza delle nuove generazioni…” 

Torniamo all’innovazione… I dati cruccio e delizia. Condurre un’azienda agricola senza sfruttare i dati sarebbe come fare una contabilità a “sensazione” del conto corrente. Insomma, necessari per capire cosa e dove vorremmo andare. Un controllo di gestione agronomico?

“Quando nel lontano 1988 fondai Image Line avevo una consapevolezza. L’agricoltura era (ed è) un mestiere molto complesso. In Italia coltiviamo circa 350 specie agrarie con tecniche produttive e disciplinari diversi per ognuna delle 19 Regioni e due province autonome di Trento e Bolzano. Oltre 7.000 ‘agricolture’, con diverse regole, diverse competenze e prodotte all’esterno (quindi in balia di eventi e clima). Solo avendo un sistema di gestione di dati possiamo creare un sistema di informazioni e conoscenza necessarie per produrre al meglio. L’agricoltura non è ‘sensazione’. In estrema sintesi fare agricoltura è fare in modo che le mie piante vivano sane, siano rigogliose e producano al meglio i loro frutti necessari per sfamare l’umanità. Se non sono preparato e non ho a disposizione i dati per comprendere cosa faccio e come ciò che faccio incide sul risultato finale… ho solo un destino: fallire e chiudere l’azienda! Le nuove tecnologie stanno aiutando sempre di più le aziende agricole. Ne ho avuto modo di parlare all’interno di un libro che ho realizzato con il mio collega Cristiano Spadoni dal titolo ‘Agricoltura digitale’. Siamo solo all’inizio di questo percorso… ma ci sono tutti gli elementi per fare un ottimo lavoro!”

Eppure solo da poco ci rendiamo conto della loro importanza.

“In questo ambito ci sta aiutando molto l’Europa e la PAC. La PAC 2023-2027 è entrata in vigore il 1º gennaio 2023. Il sostegno agli agricoltori nei 27 paesi dell’UE si basa sul quadro giuridico della PAC 2023-2027 e sulle scelte specificate nei piani strategici della PAC che sono concepiti per fornire un contributo significativo alle ambizioni del Green Deal europeo, della strategia “Dal produttore al consumatore” e della strategia sulla biodiversità. Come sai l’Italia è uno dei Paesi che riceve i maggiori sussidi per cui l’Europa ci sta chiedendo i dati per verificare che tutto sia stato svolto correttamente. In pratica dal prossimo anno per ricevere qualsiasi finanziamento europeo, nazionale o regionale, le aziende agricole dovranno inserire i dati dei loro registri di campo (trattamenti, fertilizzazioni e spandimenti) all’interno dei fascicoli aziendali gestiti dai CAA. Un nuovo impegno che servirà per fare chiarezza e a dimostrare alla Commissione che i soldi investiti per il miglioramento dell’agricoltura italiana sono tutti spesi bene. E tutto questo impianto si baserà sulla corretta raccolta e fornitura dei dati”.

8 giugno 2021. Una data legata ad un tuo bellissimo risultato personale raggiunto, grazie alle idee ed alla determinazione. “Accademico corrispondente dell’Accademia dei Georgofili”. Un tangibile esempio dell’Italia che corre… sapendo dove andare. 

“Onorato che l’Accademia abbia pensato a me. Onorato di fare parte dell’Accademia dei Georgofili. Per me un nuovo impegno e l’inizio di un nuovo cammino”. 

Cosa è cambiato da allora? 

“Da allora sono entrato a far parte ‘Comitato consultivo sulla digitalizzazione agricola’ dell’Accademia dei Georgofili e mi piace pensare che l’esperienza maturata in 35 anni di informatica in agricoltura possa essere utile per aiutare gli agricoltori italiani in questo complesso ed articolato periodo di transizione digitale”.

Un provvedimento da prendere quanto prima?

“Permettere al singolo agricoltore di raccontare la storia dei suoi prodotti al consumatore finale. Lui sa. Il consumatore vorrebbe sapere. Un vero peccato delegare a terzi questa relazione fondamentale che di deve basare sulla fiducia. In pratica l’azienda agricola non può delegare a terzi il racconto di ciò che fa nella sua terra”.

In Europa ci stiamo bene?

“Molto bene…se impareremo a far sentire la nostra voce. Abbiamo bisogno dell’Europa come mercato di sbocco dei nostri prodotti e come fonte di reddito attraverso la PAC. Ma dobbiamo essere rappresentati al meglio! Non possiamo delegare a Paesi che non hanno agricoltura specializzata scelte strategiche che impattano sulla vita delle aziende agricole italiane. Un esempio su tutti: se passa il nuovo regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci non potremmo piò fare agricoltura su tutte le aziende agricole collocate in zone a tutela ambientale e paesaggistica italiana… oltre un terzo della nostra SAU. Non potremmo produrre neanche in biologico (ricordo che gli agrofarmaci usati in biologico… sono comunque agrofarmaci). Pura utopia, mista a miopia e misticismo. Dobbiamo essere molto attenti”.

Programmazione e lungimiranza. Nelle aziende è pane quotidiano perché nelle amministrazioni locali sempre si arriva in ritardo? Abbiamo dimostrazioni ad ogni angolo di paese, aih noi. Ma è così difficile?

“Risposta molto semplice. Nelle aziende programmare e guardare al futuro è pane quotidiano perché… altrimenti non si mangia il pane quotidiano. Se lavori bene mangi altrimenti no! Nelle amministrazioni si arriva costantemente in ritardo…semplicemente perché lo stipendio di chi lavora non è legato ai risultati… arriva lo stesso. Ci vorrebbe più onestà intellettuale”.

Un momento che ricorda spesso? 

“I momenti trascorsi con ognuno dei miei quattro figli… grandi ormai”.

Il prossimo progetto? 

“Un sistema per raccontare il vino ‘Made in Italy’ basato sui dati… uscirà per il 2024. Se vuoi lo testiamo nelle tue terre… mi risulta che in ambito vino abbiate qualcosa da dire…”

Un pregio ed un difetto?

“È lo stesso: sono un visionario.

Da una parte ti permette di ‘vedere cose che ancora non esistono’ per poi crearle. Grande pregio. Dall’altra, però, ti allontana dalla realtà e ti fa pensare che ‘è ovvio che sarà così’… ma quando le cose che pensavi accadessero, tardano ad arrivare… questo provoca molta frustrazione. Brutto difetto”.

Ci vediamo presto, e ci sentiremo ancor prima.

“Spero di moderare presto uno dei vostri interessanti eventi e di testare il nuovo sistema per il vino!”.

Grazie della vicinanza e del tempo dedicatoci.

Il Direttore,

Gianluca Cavicchioli

Le ultime novità