Abbiamo, ora, e più che mai bisogno di certezze e soprattutto di razionalità. Un conto è discutere o disquisire, altro è informare, avendo la consapevolezza che in quel momento il pensiero espresso farà da eco ai nostri più reconditi ragionamenti e di riferimento nei momenti d’incertezza. Chi ascoltare? Chi leggere? Suggeriamo l’Accademia delle Scienze di Siena, detta anche Accademia dei Fisiocritici. Fondata nel XVII secolo con lo scopo di promuovere l’analisi del mondo fisico alla luce del metodo sperimentale. Lo stemma dell’Accademia mostra al centro la pietra di paragone con cui si distinguevano l’oro e l’argento veri da quelli falsi, metafora del metodo scientifico adottato dagli accademici. Nel cartiglio è riportato un verso del De Rerum Natura di Lucrezio: veris quod possit vincere falsa. Ecco l’aiuto che cercavamo.
Con gran piacere diamo il benvenuto a Professor Giuseppe Manganelli, Presidente dell’Accademia dei Fisiocritici.
Precursori dei fabbisogni e del sapere. Impegnativa responsabilità?
Sì, una responsabilità impegnativa, soprattutto se ci chiediamo a cosa serve oggi un’Accademia, per di più scientifica, che ha più di 300 anni di vita. In origine l’Accademia dei Fisiocritici voleva essere una sorta di polo della ricerca sperimentale della città, oggi la sua specificità è quella di essere un ponte, uno spazio fisico e culturale per realtà diverse, un mediatore fra istituzioni e associazioni, fra tutte le discipline del sapere, quelle scientifiche in senso stretto e quelle cosiddette umanistiche e, possiamo dire, anche luogo di intermediazione fra scienza e società visto che la divulgazione è nell’anima di questa Istituzione. Come? Intercettando i risultati della ricerca scientifica per renderli comprensibili e offrirli in modo semplice, creando la possibilità per tutti di incontrare esperti di varie discipline, di informarsi e fare domande su tematiche di interesse generale, come ad esempio nell’ambito della salute o dell’ambiente attraverso conferenze tematiche.
L’agricoltura ha attinto ed attinge a piene mani dal vostro prezioso lavoro.
L’Accademia ha una lunga tradizione di studi e ricerche applicati all’agricoltura. Basti pensare che già nei primi anni di attività i membri del sodalizio discussero una serie di memorie, rimaste inedite, che spaziano dalla coltivazione della vite e dalla produzione del vino, alle qualità organolettiche del miele, alla coltivazione del tabacco e ad altri argomenti. Tra ‘700 e ‘800, il granduca Pietro Leopoldo finanziò per anni le ricerche botaniche del fisiocritico Biagio Bartalini – al quale si attribuisce il primo catalogo della flora senese – finalizzate a trovare nuovi usi delle piante in campo medico e industriale. Negli anni quaranta dell’800 i Fisiocritici dettero vita ad una Sezione Agraria, mentre era presidente il conte Giovanni Pieri Pecci (1783-1865), grande proprietario terriero che per i lavori sperimentali mise a disposizione un suo podere, accollandosi anche le spese. La sezione agraria ebbe però vita breve, infatti confluì nel 1861 nel Comizio agrario provinciale. Tuttavia fu poi riportata in vita nel 1929, sotto la spinta di Arturo Nannizzi (1887-1861) per essere abolita, insieme alle altre sezioni, con la revisione dello statuto nel 1968. La sezione fu ripristinata al fine di promuovere, in tempi di autarchia, la produzione agricola senese ed ebbe, tra il 1933 e il 1965, addirittura una propria serie degli Atti accademici.
Avete un archivio storico ricchissimo e pregiato. Un pensiero a riguardo.
L’Archivio Storico, dichiarato fin dal 1982 “di notevole interesse storico” dalla Sovrintendenza Archivistica per la Toscana rappresenta la memoria storica dell’Accademia, dato che contiene statuti, atti, verbali, carteggi, contabilità e altri documenti che vanno da fine Seicento a metà XX secolo. L’intera storia di questa Istituzione può essere analizzata nei suoi molteplici aspetti attraverso lo studio di queste carte, oggi in fase avanzata di riordinamento e inventariazione. Non a caso sono in via di pubblicazione due volumi a carattere storico, frutto di altrettante ricerche sulla vita dell’Accademia portate avanti da soci. La loro attenta analisi dei documenti d’archivio, protrattasi per anni, ha portato alla luce fatti molto interessanti circa le attività dell’Accademia e le persone che ne hanno fatto parte.
Non è da meno la biblioteca. Una memoria infinita e preziosa.
Si tratta in effetti di una ricchissima risorsa per lo studio delle più svariate discipline scientifiche, frutto di acquisti, doni e scambi con altre istituzioni sia italiane che estere che in parte proseguono ancora oggi. Al suo interno si stima siano conservati circa 38.000 volumi, tra cui libri antichi e rari. Grande spazio è dedicato alle riviste scientifiche, sia quelle ancora in stampa che quelle ormai cessate. L’orario di apertura è di tre giorni a settimana grazie al personale fornito dalla Biblioteca di Area Scientifico Tecnologica dell’Università di Siena sulla base della convenzione che disciplina i rapporti tra i due enti. L’attività preminente della Biblioteca è costituita da quelle operazioni necessarie a inserire tutto il posseduto nei cataloghi online per renderlo accessibile. Il patrimonio librario, comprensivo anche di numerosi fondi acquisiti per donazioni di privati, viene infatti da anni progressivamente riordinato, catalogato e inserito nel catalogo regionale Onesearch, nel Catalogo Nazionale dei Periodici (ACNP) e nel catalogo del Servizio Bibliografico Nazionale (SBN). I servizi offerti sono prestito, consultazione in loco, servizio di reference, ricerche bibliografiche e soprattutto il document delivery, cioè il fornire in formato digitale i documenti richiesti da altre biblioteche.
Ma il “pezzo forte” è il Museo che costituisce la parte più visibile dell’Accademia?
L’Accademia ha tre articolazioni, l’Archivio storico, la Biblioteca e Il Museo di Storia Naturale, che rappresenta la parte più visibile, in quanto dotato di una propria attività fatta di didattica, formazione e ricerca. È uno dei più antichi e importanti musei scientifici della Toscana e conserva la maggior parte del patrimonio museale naturalistico esistente a Siena. Tanto è vero che può e deve essere considerato il Museo di Storia Naturale di Siena. L’esposizione, il cui nucleo originario risale alla metà del XVIII secolo, raccoglie reperti naturalisti e storici, strumenti d’epoca e curiosità ed è organizzata in quattro sezioni: geologia, zoologia, anatomia, botanica. Particolarmente significativi sono il patrimonio di “Paolo Mascagni”, con i preparati anatomici realizzati con la tecnica dell’iniezione di mercurio nei vasi linfatici, e la collezione di modelli di funghi in terracotta di “Francesco Valenti-Serini”. La zoologia conserva numerosi campioni di vertebrati naturalizzati (impagliati e montati in posizioni naturali), scheletri, esemplari in alcool, conchiglie di molluschi e scatole di insetti, mentre la sezione geologica raccoglie moltissimi minerali, rocce e fossili.
Il nostro quotidiano è correre e forse poco a ragion veduta. Bersagliati in ogni luogo e momento da innumerevoli messaggi ed immagini. Sarà il caso di fermarci? O forse è sempre stato così?
Dal punto di vista di un’Accademia delle scienze che ha lunga storia e grande tradizione il tempo è una variabile presente in entrambe le dimensioni: la velocità e la lentezza. La ricerca è qualcosa di dinamico che va sempre avanti e può avere anche grandi accelerazioni, vedi ad esempio la rivoluzione digitale che ha implicazioni in tutta la nostra vita comprese alcune modalità della ricerca. Ma la ricerca è anche lentezza e pazienza perché gli studi e le sperimentazioni hanno i loro tempi. Nella scienza la vision del futuro e il senso del passato coesistono in una prospettiva storica perché non possiamo dimenticare le radici, i passi che ne hanno scandito la storia. L’Accademia dei Fisiocritici ha anche questo compito: mantenere viva la memoria degli studi che hanno preceduto quelli attuali, tramandare la conoscenza dei personaggi che hanno segnato epoche o di quelli meno noti ma importanti, fra i quali anche molti Fisiocritici e intanto essere aperta all’oggi della scienza.
Quali i vostri progetti?
Da giugno abbiamo il nuovo sito web www.museostorianaturalesiena.it con il quale puntiamo a promuovere maggiormente quella che è l’offerta agli utenti in termini di servizi, attività didattica, formazione, progetti di ricerca; ma il sito vuole essere anche uno strumento per favorire le interazioni con la comunità locale, nazionale e internazionale; incrementare gli scambi con istituzioni scientifiche e associazioni di riferimento; intercettare nuovi pubblici e incrementare il numero degli accessi; sviluppare la comunicazione social in modo sempre più strutturato. Porteremo avanti ovviamente la fitta rete di collaborazioni che abbiamo intessuto negli anni, con la prosecuzione di importanti progetti che vedono coinvolta la “comunità di pratica” costituita dalle realtà culturali del territorio nell’ambito dei bandi Reset della Fondazione MPS: Siena BiodiverCity per censire la biodiversità urbana di Siena, weCULT (www.wecult.it) per avvicinare i giovani under 30 all’esperienza culturale, e quello appena nato “Ecco: ecosistemi culturali” che intende interfacciarsi con il mondo della scuola e in una seconda fase con quello delle imprese. A questi si aggiungono i progetti di carattere naturalistico come CLIC!-Chiocciole Lumache in Città e AIDA-Animali Intrusi Dentro le Abitazioni che si avvalgono della citizen science, ossia della scienza che chiama i cittadini ad essere collaboratori degli studiosi raccogliendo osservazioni e fornendo dati preziosi. Per sostenere la propria crescita l’Accademia continua ad investire su nuove risorse umane, fra assunzioni e collaborazioni, spesso attingendo al bacino dei tirocinanti. Di fatto, l’Accademia negli ultimi anni sta appunto creando occupazione per i giovani ma il fabbisogno di personale è molto superiore rispetto all’organico esistente. Per ampliarlo occorrono risorse economiche e per questo l’Accademia è impegnata ad incrementare le sue entrate dirette, sia attraverso il gettito del 5×1000, sia rendendo produttive alcune delle sue attività. L’Accademia, infatti, secondo l’art. 6 del proprio Statuto, può finanziare le proprie attività di interesse generale attraverso la cessione o erogazione di beni o servizi quali affitto di spazi della sede accademica da parte di persone fisiche e di enti sia pubblici che privati, vendita di pubblicazioni e gadget, azioni di crowdfunding, sponsorizzazioni, e ogni altra iniziativa mirata esclusivamente a sostenere l’Istituzione.
Il nuovo anno ha portato e porterà con sé, cosa?
Dal punto di vista delle iniziative, il calendario degli eventi di divulgazione (conferenze, workshop, mostre etc.) è come sempre molto ricco. Comprende attività all’aperto alla scoperta della biodiversità urbana, come il BioBlitz di primavera e il MiniBioBlitz in autunno ma anche 3 incontri-laboratorio su uccelli, farfalle e mammiferi Per quanto riguarda il risparmio energetico per il 2024 si prevede la completa sostituzione dei punti luce nelle sale espositive del piano terra ed in parte degli uffici: tale intervento consentirà una riduzione dei consumi di oltre il 30% ma anche un netto miglioramento dell’illuminazione. Come editrice l’Accademia, ha in cantiere per il 2024, oltre ai numeri delle sue due riviste, anche tre monografie: una collegata a Museo (con la nascita della nuova collana “Cataloghi”), una all’Archivio storico (all’interno della collana “Memorie”) e l’altra alla storia dell’Accademia.
Un buon “proposito” non più procrastinabile?
Realizzare un’editoria per bambini. Da anni ci sforziamo di rivolgerci a pubblici sempre più vasti ed eterogenei, parlando in particolare alle giovani generazioni per sensibilizzarle alla tutela dell’ambiente e del territorio. Finora le pubblicazioni prodotte sono state rivolte quasi esclusivamente a un pubblico di esperti. Stiamo quindi lavorando per realizzare pubblicazioni adatte a un pubblico di bambini e ragazzi: vogliamo iniziare da un agile manualetto collegato al progetto Siena BiodiverCity che si avvarrà degli splendidi disegni di una giovane illustratrice di Empoli mettendo così a frutto il suo lavoro realizzato con il Museo di Storia Naturale dell’Accademia per la sua tesi discussa nel 2023 all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Anche per il bookshop vorremmo ideare nuovi gadget correlati ai progetti e all’offerta del Museo in modo da creare una linea coerente di pubblicazioni e oggettistica.
Il nostro territorio necessita di cosa?
Siena rappresenta una città fuori dal comune per la quantità di verde urbano, per i livelli di naturalità del suo comprensorio e per la strettissima interconnessione tra campagna e tessuto urbano. Le nostre ricerche, portate avanti da progetti di citizen science condotte anche in collaborazione con associazioni ambientaliste e istituzioni della città, stanno mettendo in evidenza l’enorme biodiversità che si può riscontrare già dentro le mura, con la presenza di un elevato numero di specie, alcune delle quali di rilevante interesse conservazionistico. In due anni sono oltre 7700 i dati raccolti nel progetto Siena BiodiverCity relativi a più di 1600 specie diverse di animali, piante, funghi e licheni: questo risultato è stato raggiunto grazie anche all’aiuto dei cittadini di qualunque età che hanno caricato le loro osservazioni naturalistiche sulla piattaforma iNaturalist di cui il progetto si avvale. Questo patrimonio di biodiversità non solo è un ottimo indice di salute ambientale e benessere, ma può essere ulteriormente valorizzato a scopo turistico. Grazie anche ai progetti del Museo, Siena ha infatti ottenuto, prima in Italia, la certificazione del Global Sustainable Tourism Council come città d’arte sostenibile. Tenere conto di questo fattore nella programmazione delle future attività è una priorità, e ci auspichiamo di continuare in futuro questa collaborazione con le altre realtà cittadine per creare insieme un futuro di tutela e valorizzazione di queste preziose risorse naturali, di pari passi con la promozione delle altre eccellenze senesi, condividendo una visione con tutti i portatori di interesse del territorio.
Un onore essere stati Vostri ospiti. Un ulteriore sprone per le nostre attività, cercando sempre di fare del nostro meglio con occhio attento, critico e propositivo. Insomma nel solco della tradizione e dell’innovazione. Non mancheranno altri momenti di garbo e di confronto. Davvero lieti del tempo dedicatoci.
Il Direttore,
Gianluca Cavicchioli