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Innovare nel rispetto della terra: il vero segreto di Banfi

Ott 28, 2024 | Apertis Verbis, Novità

Innovazione e tradizione un connubio che troviamo insito in Banfi. Abbiamo l’occasione di poterne parlare con Cristina Mariani – May, proprietaria e CEO di Banfi.

Benvenuta, davvero orgogliosi di poter avere la Sua preziosa attenzione.

Dal 1978 di strada ne avete davvero fatta, insieme e con il Brunello e non solo. Da cosa e perché decideste d’intraprendere questo idilliaco percorso? 

Mio padre John arrivò a Montalcino in cerca di un Brunello da importare negli Stati Uniti e si innamorò di questo territorio. Eravamo a metà degli anni ‘70. Trovò una Montalcino molto diversa da quella di oggi. I produttori di Brunello erano ancora pochi ed il Brunello un vino semi-sconosciuto al di là dei confini nazionali. Durante una cena a Roma, ebbe occasione di scambiare alcune idee con Ezio Rivella, con cui già collaborava per altri progetti. Fu lì che nacque l’idea dell’investimento a Montalcino. Mio padre assicurò ad Ezio i capitali, lasciandogli carta bianca per le acquisizioni e per le attività che sarebbero venute. Una visione a lungo termine che ha distinto, da sempre, Banfi.

Dopo qualche lustro la cantina. Uno stimolo importante per tutto il territorio. Davvero un’iniezione di capacità professionale e larghissime vedute. Quei primi mesi quanto furono impegnativi? 

La fondazione di Banfi a Montalcino risale al 1978 e già nel 1979 iniziò la progettazione della cantina, che fu inaugurata nel 1984. Furono anni “magici”, di enorme fermento, di grandi sfide. La visione di mio padre, il sogno americano, si stavano trasformando in realtà.

 

L’incontro con Ezio Rivella, un pittore che accentuerà le tinte ed i colori del bellissimo dipinto Banfi? 

Ezio e mio padre sono state due figure complementari. Due grandi menti che hanno avuto la fortuna di incontrarsi, capirsi, alcune volte scontrarsi, ma sempre con un obiettivo specifico in comune: creare a Montalcino un polo per la produzione di vini di qualità. 

La zonazione, pratica seguita poi da molte aziende. L’attenzione al territorio inizia da qui? 

Anche. La zonazione è stato il sistema per imparare a conoscere un territorio del tutto nuovo, a conoscerlo e ad utilizzarlo nel modo migliore.

Quanto è impegnativo il cambiamento? 

 I cambiamenti sono sempre difficili, impegnativi e coraggiosi, ma ogni cambiamento, ragionato, porta sempre novità e ottimi risultati.

L’Hospitality, altro modo di comunicare chi siete, nel modo di fare e di essere. 

Siamo stati i primi, o comunque tra i primissimi, ad introdurre il concetto di Hospitality in Italia. La progettazione della cantina includeva già l’idea di ricevere ospiti e condividere. Oggi Castello Banfi è parte del prestigioso circuito Relais & Châteaux, rappresenta ancora uno dei nostri asset principali, arricchita di un hotel, Il Borgo, un ristorante stellato, La Sala dei Grappoli, un altro ristorante, La Taverna ed un’Enoteca dove poter assaggiare ed acquistare tutte le nostre produzioni, toscane e piemontesi. I tour guidati sono disponibili tutto l’anno.

La Fondazione: un megafono per diffondere ancora più capillarmente il “credo” Banfi? 

La Fondazione è nata in tempi non sospetti, nel 1986. Oggi, soprattutto con Sanguis Jovis, rappresenta il lato culturale, sempre molto sentito, di Banfi.  

Alla terza generazione cosa viene chiesto e cosa dovrebbe fare? 

Continuare il percorso iniziato, con grande attenzione al territorio, alla comunità che qui vive e lavora. Non a caso abbiamo iniziato un percorso sostenibile in tempi non sospetti, che ci ha portato ad ottenere la certificazione Equalitas per l’azienda e per il prodotto (il primo Brunello di Montalcino a fregiarsi della certificazione di prodotto è stato proprio il Poggio all’Oro 2016).

Un provvedimento urgente per il settore vitivinicolo italiano? 

Una comunicazione diversa…e molto altro.

La giornata tipo? 

Sveglia alle 5:00, corsa (sono una maratoneta), doccia, colazione con mio marito, i figli ormai sono grandi e studiano fuori, e poi al lavoro.

Il prossimo progetto? Se avessi fatto…

I progetti sono tanti e li sto mettendo in fila.

Rinnoviamo il ringraziamento per la disponibilità. Ben lieti di essere con Voi.

Il Direttore,

Gianluca Cavicchioli

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