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UNCAI e ripristino degli ecosistemi agricoli

Ott 29, 2024 | Novità

Un recente briefing pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), intitolato “Soluzioni per il ripristino degli ecosistemi agricoli in Europa”, evidenzia come l’adozione di pratiche agricole rispettose della biodiversità possa promuovere la sostenibilità e la resilienza nel settore agricolo. Tra queste pratiche vi sono il ripristino delle praterie, la gestione delle condizioni idrologiche, l’agrosilvicoltura, la paludicoltura, la gestione dei terreni incolti, la rotazione delle colture e la copertura del suolo con residui colturali. È essenziale anche la definizione e il mantenimento delle caratteristiche del paesaggio. “I benefici per la biodiversità e l’ambiente sono chiari. Queste pratiche riducono drasticamente l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti, diminuendo l’inquinamento di suolo, acqua e aria”, spiega Aproniano Tassinari, presidente di Uncai. “Ma sono vantaggiose anche per gli agricoltori? E le ambizioni ambientali che vogliamo trasmettere sono dettate dal buon senso?” si interroga Tassinari, aggiungendo che “in molti casi, il bilancio complessivo o i pagamenti mirati sono troppo bassi”.

Il problema principale è conciliare il ripristino degli ecosistemi agricoli con attività che permettano agli agricoltori di generare profitto. Pratiche rigenerative come il riposo dei terreni e l’aumento degli anni di sovescio comportano costi di produzione più elevati e mancati redditi. “Nel documento si parla di coinvolgimento volontario degli agricoltori. No, devono essere coinvolti con programmi di sostegno e riconosciuti per il loro contributo alla qualità dell’ambiente e alla salute umana”, afferma Tassinari.

Per Uncai, è cruciale aumentare gli elementi principali della PAC che incentivano pratiche rispettose della biodiversità, come i regimi ecologici, “ma i pagamenti per la transizione verso sistemi più sostenibili devono essere adeguati” con un sostegno finanziario progressivo e bonus per impegni a lungo termine. È anche fondamentale sostenere la cooperazione tra agricoltori e contoterzisti per l’implementazione su vasta scala di queste pratiche. “L’Italia deve portare avanti un regime innovativo di politica agricola, valorizzando lo storico legame tra aziende agricole e agromeccaniche e tra agromeccanici e comunità rurali. Non si tratta solo di produrre cibo di qualità, ma anche di garantire un ambiente sano”, conclude Tassinari.

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