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Vespa velutina

Dic 3, 2024 | Novità

La Vespa Velutina o Calabrone asiatico, è un insetto originario del sud-est asiatico, ha un areale naturale compreso fra la Cina Meridionale, l’India, l’Indocina e l’Indonesia.
Per effetto dell’isolamento geografico delle diverse popolazioni e della diversità di clima, il Calabrone asiatico si è differenziato in 11 sottospecie, ma solamente la specie più settentrionale, Vespa Velutina Nigrithorax, è stata accidentalmente introdotta dalla Cina ad altre parti del mondo.
In Europa la specie si è ampiamente diffusa in molti paesi a partire dal 2004.
Questa specie rappresenta una seria minaccia per l’ecosistema e in particolare nei confronti di Apis mellifera e altri insetti pronubi autoctoni.
In Italia, la specie è arrivata nel 2012, con le prime catture di specie adulte in Liguria a Loano e Ventimiglia.
Dalla provincia di La Spezia la specie è arrivata nel nord della Toscana a partire dal 2017.
Il calabrone asiatico è stato inserito nell’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale (Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141) e collegato al Regolamento (UE) 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, che impone agli Stati membri l’eradicazione rapida o il controllo di tali specie.

Riconoscimento della specie
La Vespa Velutina si distingue dalle vespe comuni per alcune caratteristiche fisiche:

  • Colorazione: torace completamente nero, addome nero con ampia banda giallo-rossiccia sull’estremità e zampe gialle nei segmenti distali.
  • Dimensioni: variano tra 19-30 mm di lunghezza, più grande delle vespe comuni, ma più piccola del calabrone europeo.

Ciclo di sviluppo
Le colonie di Calabrone asiatico hanno un ciclo di sviluppo annuale.
Le regine fondatrici a partire dai mesi marzo-aprile costruiscono un piccolo nido di consistenza cartacea utilizzando fibre vegetali. Il nido “primario” è costituito da un involucro protettivo a più strati e da un piccolo favo orizzontale formato da poche cellette, con un foro di accesso posto nella parte inferiore.
Nel corso della stagione, le dimensioni della colonia e del nido aumentano progressivamente e il foro di accesso viene progressivamente traslato in posizione laterale.
La fase di fondazione di una colonia può essere considerata conclusa quando il nido raggiunge il diametro di circa 15 cm e contiene 3-4 favi con covata. La colonia prosegue l’ampliamento del nido fino all’autunno.
Nel caso in cui non vi siano luoghi idonei al completo sviluppo del nido, la colonia può trasferirsi in luoghi più sicuri, normalmente in posizioni elevate, realizzando un nido “secondario” e abbandonando progressivamente il nido iniziale.
A partire da settembre, le prime femmine fertili sfarfallano e vengono fecondate dai maschi che sono già presenti nelle colonie.
Le regine fecondate cercano un luogo riparato nel quale trascorrere l’inverno. In questa stagione le operaie, la vecchia regina e i maschi muoiono e la colonia si estingue.
Il ciclo riparte nella primavera successiva, ad opera delle numerose regine svernanti nate da ogni colonia che ha completato il ciclo nell’anno precedente.

Modalità di diffusione
Il Calabrone asiatico è in grado di colonizzare nuovi territori per diffusione naturale o per trasporto passivo e involontario di regine fondatrici presenti in merci di vario genere (es. legname, paglia, fieno, terriccio, materiale vivaistico, ecc.) nelle quali possano aver trovato rifugio per trascorrere l’inverno.
Se l’area di destinazione presenta condizioni adeguate alla sopravvivenza, le regine possono fondare una nuova colonia.

Impatti
La Vespa Velutina è considerata una specie invasiva per diverse regioni:

  • Predazione sulle api: si ciba di api mellifere, mettendo a rischio la sopravvivenza delle colonie e la produzione di miele. Alcuni studi riportano valori di perdite degli alveari variabili dal 5% all’80%.
  • Danni alla fauna autoctona: può causare un impatto sulla biodiversità entomologica, a causa dell’attività predatoria nei confronti di molte specie di insetti, come Imenotteri (api selvatiche e vespe) oppure Ditteri o insetti di altri ordini.
    Indirettamente si ha un danno alle colture agricole che sono impollinate da insetti pronubi.
  • Rischio per l’uomo: sebbene non sia particolarmente aggressiva, può pungere se si sente minacciata. Il suo veleno può causare reazioni allergiche in soggetti sensibili.
    La specie provoca impatti sociali associati alla presenza dei nidi in ambiente urbano (alberi o edifici) e rurale, con conseguente costo economico per la rimozione delle colonie.

Monitoraggio
Il monitoraggio ha l’obiettivo sia di rilevare nuovi nuclei di invasione sia di valutare l’efficacia delle operazioni gestionali condotte.
Il sistema di sorveglianza deve permettere il rilevamento precoce della specie tramite:

  • Cattura degli individui con trappole attrattive (esche zuccherine);
  • Osservazioni in apiario dei calabroni in predazione di fronte agli alveari.
    Questo sistema di monitoraggio può essere integrato con una strategia di sorveglianza passiva basata sulla raccolta e la verifica puntuale delle segnalazioni inviate dai singoli cittadini.

Tecniche di intervento
L’individuazione e la distruzione dei nidi di Calabrone asiatico è la tecnica maggiormente utilizzata in Europa per il controllo della specie e la riduzione degli impatti. Questa tecnica risulta particolarmente efficace nel periodo primaverile-estivo, prima della nascita delle future regine fondatrici che avviene a partire dal mese di settembre.
Le colonie di calabrone asiatico in fase di sviluppo e facilmente raggiungibili possono essere trattate con insetticidi per calabroni da iniettare attraverso il foro di ingresso al nido.
In alcuni casi, i nidi di piccole dimensioni possono essere rimossi senza l’utilizzo di biocidi, per esempio introducendoli in sacchi di polietilene robusti. In questo modo le colonie possono essere inattivate tramite congelamento oppure con l’utilizzo di anidride carbonica e successivamente distrutte meccanicamente.
Per tutti i dettagli sulle tecniche d’intervento è possibile consultare le apposite linee guida sviluppate nell’ambito dell’azione E2 del progetto LIFE STOPVESPA.

Smaltimento delle colonie
Lo smaltimento deve essere condotto secondo la vigente normativa in materia di smaltimento rifiuti (D. Lgs 3 aprile 2006, n. 152 recante “Norme in materia ambientale”) e tenendo in considerazione la metodica di trattamento utilizzata, per evitare danni ambientali o sulla salute umana.

Le azioni della Regione Toscana per fermare la Vespa Velutina
La Regione Toscana ha promosso l’attuazione, in ambito regionale, del “Piano di gestione nazionale del calabrone asiatico a zampe gialle, Vespa Velutina” (DGR 1405 del 12 dicembre 2022), ai sensi del D.lgs 230/2017, della durata triennale (2023, 2024, 2025), ha l’obiettivo di preservare il settore apistico regionale attraverso una serie di interventi volti al controllo della specie aliena.

Il Piano di gestione è articolato nelle seguenti attività:

  • Coordinamento scientifico: implementazione della rete di monitoraggio negli apiari del territorio regionale, raccolta delle segnalazioni provenienti dal monitoraggio attivo e passivo, elaborazione dei dati, attività di formazione del personale impiegato nell’attività di distruzione/neutralizzazione dei nidi di Vespa Velutina, tracciamento del volo dei calabroni con tecniche di radio-tracking VHF (radiotelemetria).
    L’attività di coordinamento scientifico viene realizzata attraverso accordi di collaborazione con l’Università degli Studi di Pisa (Dipartimento di Veterinaria e Biologia) e l’Università degli Studi di Firenze (Dipartimento di Biologia) che hanno preso parte nel 2016 al progetto ministeriale Mipaaf, VELUTINA, dal quale è nata la rete “StopVelutina”, avente scopo la messa a punto di strategie di contenimento della specie in oggetto.
  • Monitoraggio attivo negli apiari del territorio regionale e di distruzione/neutralizzazione dei nidi: implementazione di un sistema di monitoraggio costituito da una rete di trappole attrattive; il controllo a vista davanti agli alveari; una rete di monitoraggio grazie a segnalazioni sul sito Stop Velutina. La fase di distruzione dei nidi prevede l’intervento da parte di squadre, organizzate sul territorio regionale, composte da tecnici adeguatamente formati al fine di garantire un’adeguata copertura del territorio regionale. Le attività di monitoraggio e distruzione vengono realizzate grazie alla collaborazione delle Associazioni apistiche maggiormente rappresentative a livello regionale: Associazione regionale Produttori Apistici Toscani (ARPAT), Toscana Miele A.P.A., Associazione Apicoltori delle Province Toscane (AAPT).

Il Piano rappresenta uno strumento a supporto degli apicoltori del territorio, per intensificare la lotta contro una specie invasiva, che sta minacciando il patrimonio apistico regionale e le relative produzioni.
Il totale complessivo delle risorse messe a disposizione dalla Regione Toscana per l’attuazione del Piano Regionale è pari ad euro 240.000 per le tre annualità.

Cosa fare in caso di avvistamento
È fortemente sconsigliato rimuovere il nodo in autonomia, in quanto è un’operazione pericolosa che deve essere effettuata da personale specializzato adeguatamente formato ed equipaggiato.
Se si avvista una Vespa Velutina o il suo nido, è importante segnalarlo immediatamente alle autorità competenti o agli apicoltori locali.

Per segnalazioni di sospetti nidi di Vespa Velutina è possibile:

• Utilizzare il link https://www.stopvelutina.it/effettua-una-segnalazione/;
• Mandare una mail a: progettovelutinatoscana@gmail.com;
• Rivolgersi ad una delle seguenti associazioni: AAPT (Tel. 0575907436 – arezzo@confagricoltura.it), ARPAT (Tel. 0556533039 – info@arpat.info), Toscana Miele (Tel. 058357525 – info@toscanamiele.it).

         

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