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Zonin, dal 1821 al futuro: il vino come cultura, impresa e passione

Mag 12, 2025 | Apertis Verbis, Novità

In compagnia di Domenico Zonin, Presidente di Zonin 1821, per parlare del tempo che fu, il 1821 appunto, fino ai giorni nostri e non solo. Dalle colline di Gambellara ai confini del mondo in poco più di due secoli.

Cronometro alla mano: le scelte fatte sono state tutte premianti?

Una storia lunga fatta di tappe: tutte importanti. Nel corso dei nostri oltre 200 anni di storia, l’amore per il Buon vino ci ha portato sulle tavole di numerose Famiglie in Italia e nel mondo: oggi siamo distribuiti in oltre 100 Paesi e siamo lieti di aver contribuito ad esportare il Valore del Made in Italy a livello internazionale. Il percorso di acquisizioni cominciato negli anni ‘70 dalla mia Famiglia ha avuto come obiettivo quello di valorizzare e promuovere le culture vitivinicole italiane in ambito internazionale ma anche custodire questi territori unici nel loro genere per le prossime generazioni. Da Ca’ Bolani in Friuli Venezia Giulia, con l’obiettivo di promuovere la cultura enologica del Parco della Vite di Aquileia, a Castello di Albola, una perla del Chianti Classico, senza dimenticare Rocca di Montemassi, Wine Farm 100% biologica nel cuore della Maremma e Principi di Butera: un’oasi di vigne nell’area della Sicilia più vocata alla produzione del Nero d’Avola: queste sono solo alcune delle realtà che costruiscono il nostro portfolio di tenute e brand tutti italiani. Generiamo valore per i nostri consumatori, i nostri collaboratori e per i nostri partner attraverso esperienze autentiche, marchi sempre più conosciuti, innovazioni sostenibili e un patrimonio culturale che ci è stato tramandato da oltre due secoli. È questa eredità, viva e presente, che ci guida ogni giorno nel costruire il futuro, restando fedeli alla nostra identità e al senso di responsabilità che ci lega alle comunità alle quali apparteniamo.

Un lasso di tempo infinito e pieno di rivoluzioni copernicane, eppure sempre presenti, anzi….

Penso che la parola chiave per descrivere questi 200 anni sia “evoluzione”: cambiano e continueranno a cambiare gli scenari economici, i contesti culturali e il panorama sociale. Il mutare non può essere contrastato e non dobbiamo averne timore ma dobbiamo guardare sempre al futuro. Noi, custodendo un Heritage così profondo, ci impegniamo ogni giorno per interpretare quei saperi che si tramandano da generazioni per le prossime generazioni. Abbiamo, infatti, pensato e strutturato una ricca offerta di brand complementari tra loro capaci di proporre a livello enologico il meglio che l’Italia ha da offrire. Proprio per questo motivo, ancora oggi, dopo 200 anni, i brindisi con i nostri vini scandiscono autentici momenti di gioia quotidiana e celebrano quei gesti semplici che hanno un valore profondo: condivisione e convivialità, fiducia e responsabilità. In virtù di questa semplice consapevolezza, la qualità dei nostri vini (prodotti non solo in Veneto ma, per esempio, anche nel Chianti Classico, nell’Oltrepò Pavese o in Salento) è sempre stata al centro come fosse un ringraziamento continuo dedicato ai nostri appassionati consumatori che ci hanno continuato a scegliere e che continuano a sceglierci tuttora: il “far buon vino” è sempre stato per noi l’unico modo “per far impresa”.

Ci dica la formula magica per produrre più di 50 milioni di bottiglie, per essere presenti in tre continenti, con 1.400 ettari vitati ed oltre 500 collaboratori?

Non esistono grandi sfide che il singolo può affrontare da solo e solo avvalendosi delle proprie competenze: come dico sempre ai miei collaboratori, “Il totale è maggiore della somma delle parti.” Ogni grande successo è il frutto di un impegno collettivo, che nasce quando un gruppo di persone diventa una squadra e si riconosce in un obiettivo comune. Credo che la forza della nostra Famiglia sia stata, e continui ad essere, la capacità di far vivere ai nostri collaboratori un senso autentico di partecipazione, una visione condivisa e un percorso nel quale ciascuno è protagonista, ognuno con il proprio ruolo, stimolandoli a diventare ogni giorno la migliore versione di sé come persone e come professionisti, anzi, direi, come professionisti in quanto persone. A mio avviso, per continuare a competere e innovare, è fondamentale che gli imprenditori promuovano una cultura inclusiva e non esclusiva: le differenze in termini di conoscenze, metodi e culture (che possono portare i differenti collaboratori) sono fondamentali, da un lato, per lo sviluppo di soluzioni innovative e dall’altro per la definizione di strategie di adattamento e mitigazione in contesti di forte evoluzione come quello che stiamo vivendo.

In due parole come si preserva l’armonia?

L’armonia si preserva attraverso il rispetto della diversità, la ricerca continua e il senso di responsabilità. Le aziende non hanno solo responsabilità “qui e ora”, ma, come le famiglie e le istituzioni devono contribuire, tramite il loro operato, ad esprimere Valori di apertura ed alterità, tra i quali preservare le risorse, rispettare l’ambiente, garantire il benessere delle persone, favorire la parità di genere e valorizzare la diversità. Proprio per questo motivo, per noi la sostenibilità non è un elemento accessorio al nostro modello di business ma è parte del nostro DNA e del modo in cui “facciamo quello che facciamo”. Nel 2023 abbiamo pubblicato il nostro primo Bilancio di Sostenibilità di Gruppo nel quale abbiamo sintetizzato il modo in cui operiamo e abbiamo definito, attraverso un processo condiviso che ha coinvolto tutti i reparti aziendali, quali sono e devono essere i nostri obiettivi per uno sviluppo sostenibile. 

Con nove tenute su sette regioni. Armonia, peculiarità o cosa?

Passione. Quella per una vasta eredità culturale, quella enologica italiana, che a nostro avviso è talmente affascinante e profonda da dover essere conosciuta in tutto il mondo ma è anche un solido patrimonio da custodire per il benessere delle generazioni future. È questa l’essenza di una crescita sostenibile e responsabile.

Cosa significa lavorare in Zonin 1821?

Stimolo, responsabilità e cos’altro? Lavorare nella nostra azienda significa far parte di una comunità che crede nel valore delle persone, dove il talento individuale si unisce alla forza del gruppo per costruire qualcosa di più grande: un progetto condiviso, ambizioso, guidato dalla passione e da un profondo senso di responsabilità. Qui non si lavora soltanto per un obiettivo, ma per lasciare un segno per il futuro.

Fra cento anni? Ancora imprenditori della bella vita?

Fra cent’anni ci sarà ancora la terra, la vite, il sapere che abbiamo custodito con cura. La cultura del vino italiano non si possiede: si vive, si rispetta e si tramanda. Il nostro compito è essere un tratto di continuità in una storia che appartiene a tutti, non un punto d’arrivo ma un passaggio consapevole.

Osservatorio privilegiato, per conoscenza umana e produttiva. Il settore dovrebbe far cosa?

Fare “Sistema” e questo non riguarda solo il mondo vitivinicolo, ma si estende a tutto il Made in Italy. Se da un lato il settore vitivinicolo italiano mettendo al centro il consumatore dovrebbe cercare di promuovere un’identità enologica sfaccettata fatta di culture locali che si arricchiscono reciprocamente, dall’altro il settore del Made in Italy, caratterizzato da tante aziende che operano in aree differenti (dal design, alla moda senza dimenticare turismo, alimentare, auto e cosmesi), dovrebbe sempre più implementare collaborazioni trasversali e strategiche così da promuovere l’eccellenza italiana nel mondo.

Il prossimo progetto o tenuta in arrivo?

È un momento di sviluppo e ridefinizione delle nostre strategie. Dallo sviluppo di collaborazioni come quella con il tenore Andrea Bocelli e la sua Famiglia per promuovere il brand BOCELLI1831 a livello internazionale, alla partecipazione a progetti scientifici di ricerca come Life VITICASE, uno studio europeo dedicato allo sviluppo di tecnologie innovative per la viticoltura rigenerativa; senza dimenticare la collaborazione con università nazionali ed internazionali, attraverso la nostra #ZONIN1821Academy, per dialogare con le nuove generazioni e promuovere cultura vitivinicola, sostenibilità e Made in Italy.

Poche battute, mille pensieri ed esperienza. Leggeremo con attenzione. Al prossimo incontro.

Il Direttore,

Gianluca Cavicchioli

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