Non poteva mancare nel nostro salotto la voce, la testimonianza di coloro che insegnano, di quelli che hanno messo “a dimora” quel seme che nel corso del tempo è germogliato dando vita ad una robusta pianta che a sua volta ha procreato altri semi, quelli della conoscenza, professionalità ed anche dei propri usi e costumi. Insomma la programmazione di un modo di fare agricoltura peculiare e tipico delle nostre colline, delle famiglie e dei borghi che da sempre qui operano.
Stiamo parlando proprio del “Ricasoli” di chi altri? Lunga storia. Iniziamo allora a raccontare, dando il benvenuto a colei che ha il grato compito di proseguire questa “nobilissima” coltivazione la Dott.ssa Nadia Riguccini, Dirigente scolastico.
Appunto il “Ricasoli”. Ad un virgulto interessato cosa risponderebbe?
Rispondo che la filiera agroalimentare in termini di valore economico ed occupazionale generato è la prima voce sia a livello provinciale che regionale ed una delle più importanti per l’intero Paese. Il “made in Italy” famoso nel mondo passa anche e soprattutto dai nostri prodotti agroalimentari certificati e garantiti, quella che viene chiamata la “DOP economy”, per non parlare poi delle nostre eccellenze enogastronomiche e turistiche, uniche a mondo. Perciò l’offerta formativa del Ricasoli, per qualsiasi percorso di studio scelto, garantisce non solo la possibilità di proseguire gli studi, sia a livello universitario che di istruzione tecnica superiore, ma anche un inserimento lavorativo certo ed una prospettiva di crescita professionale stimolante.
Già il nome è storia pura. Il Barone di Ferro, tradizione e lungimiranza. Così anche nelle aule?
Si è proprio così, coniugare passato, presente e futuro è alla base del nostro approccio formativo, in tal modo i nostri studenti possono acquisire non solo delle competenze, ma anche consapevolezza e pensiero critico. Avere lungimiranza in questo momento storico è più che mai necessario, ma la visione verso il futuro affonda parte delle sue radici sul passato inteso come bagaglio di saperi già acquisiti.
Negli ultimi anni vediamo molta animosità, voglia di fare, di far vedere cosa siete capaci di creare, l’insegnamento fatto con sentimento e passione. È così?
Credo che la passione per il proprio lavoro sia una qualità che tutti dovrebbero coltivare, ma in modo particolare chi svolge il ruolo di insegnate. Avere il privilegio di accompagnare i giovani nel loro percorso formativo e contribuire a gettare le basi del loro futuro professionale è un grande onore ed onere. Inoltre diciamo che qui in provincia di Siena siamo particolarmente favoriti, infatti i nostri percorsi di studi, dal tecnico al professionale agrario al professionale alberghiero, enogastronomico ed ospitalità turistica, proprio per il forte legame con il territorio, ci offrono moltissime possibilità di collaborare con le aziende, consorzi di tutela, associazioni e vari altri operatori, amplificando così la nostra offerta formativa e consentendo agli studenti di sperimentare e consolidare direttamente in azienda proprio le competenze specifiche affinché il tessuto economico abbia a disposizione il giusto ecosistema di competenze necessario al continuo sviluppo.
La storia appunto, si perde fra i ricordi e le frammentate testimonianze, preziose e perenni. Da lì questo lungo cammino. Lungimiranza e tanta voglia di riprendere una vita normale. Davvero una bella testimonianza ci hanno lasciato i Diadori e non solo. Questo il passato, oggi cosa si coltiva oltre che conoscenza e cultura?
La passione per ciò che si fa e la voglia di migliorarsi sempre credo siano qualità imprescindibili per poter restare al passo con i repentini mutamenti di un tempo così complesso come quello che stiamo attraversando. Abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri studenti la capacità di un apprendimento ed una capacità di adattamento costanti, solo così saranno in grado di affrontare il futuro che aspetta non solo loro ma tutti noi.
Cosa non mancherà mai nelle aule del Ricasoli?
L’accoglienza ed il senso di comunità, direi quasi di familiarità. Mi capita spesso di incontrare nostri ex-studenti, oggi affermati professionisti anche in prestigiose aziende e realtà del nostro territorio, e tutti conservano del Ricasoli un ricordo vivo di una scuola dove hanno trascorso anni non solo di impegno e di studio ma anche spensierati e ricchi di episodi densi di significato. I nostri ex allievi anche a distanza di decenni non mancano le occasioni nelle quali hanno la possibilità di “tornare nella loro scuola”, come ad esempio per “Calici d’autunno” o per la “Giornata enologica”, tra i tanti nostri eventi due tra i più significativi.
La lungimiranza è di casa. Nel 2014 la fusione con l’Istituto Professionale di Colle Val d’Elsa. Il territorio scelta vincente?
Aver coniugato la formazione nel settore agroalimentare con quella legata alla ricettività, enogastronomia e ospitalità ha sicuramente contribuito a rafforzare il legame del Ricasoli con il territorio. Garantire un’offerta formativa unitaria per tutta la filiera credo sia uno dei maggiori punti di forza della nostra scuola e costituisce un ulteriore plus che si va ad aggiungere alle competenze in uscita dei nostri diplomati, così da valorizzarli maggiormente ed offrire loro migliori opportunità professionali.
Il prossimo progetto?
Proprio lo scorso sabato 11 novembre, nell’ambito dell’inaugurazione della XXXVII Mostra del Tartufo bianco delle crete senesi, a S. Giovanni d’Asso, è stato presentato al territorio il progetto della nostra “scuola diffusa”, legata alla cittadella agroalimentare, che prenderà forma a breve nel territorio di Montalcino e che vede parte attiva proprio il nostro professionale agrario. Stiamo già collaborando con l’amministrazione comunale per l’adeguata progettazione di spazi interni ed esterni destinati alla scuola ed alle numerose attività laboratoriali che verranno svolte. Sicuramente in futuro arriveranno anche altre sfide che porteranno ad un ulteriore sviluppo del Ricasoli e per questo mi sento di ringraziare le amministrazioni, a partire da quella provinciale con la quale ci interfacciamo quotidianamente, ai comuni di Siena, Montalcino e Colle Val d’Elsa, ma a tutte le amministrazioni che a vario titolo si rendono sempre disponibili ad esserci di supporto quando ci rivolgiamo a loro; l’impegno quotidiano profuso dal nostro corpo docente dà risultati anche in termini di stima e collaborazione con gli amministratori locali.
I giovani, cosa chiedono e di cosa hanno bisogno? Fiducia e tempo per sbagliare, crediamo noi.
Viviamo in un tempo complesso, i giovani indubbiamente hanno bisogno non solo della nostra fiducia ma devono soprattutto credere in se stessi e questo può avvenire solo se potranno avere fiducia nel loro futuro. Il compito che spetta a noi adulti, e lo dico come insegnate e anche genitore, è quello di farli sentire in grado di costruire il loro domani con le loro capacità e la loro libertà. Ai nostri figli non serve un futuro del quale non si sentano artefici.
Teoria e pratica. Questo strano connubio come viene percepito e come sarebbe opportuno che fosse?
“Sapere e saper fare” è il nostro motto da sempre al quale abbiamo aggiunto negli ultimi quello di una “scuola che cambia il futuro” perché crediamo che questo sia in definitiva il compito che ci viene affidato. L’attività pratica, laboratoriale, le esercitazioni, le esperienze di alternanza scuola lavoro presso le aziende, costituiscono le fondamenta del percorso formativo offerto dalla nostra scuola, ed è sicuramente un nostro punto di forza molto apprezzato dagli studenti che possono cimentarsi, sin dalla prima classe, in “compiti di realtà”. Perciò il connubio tra teoria e pratica è presente quotidianamente nelle nostre aule, il compito della scuola è di declinare costantemente questo legame verso le sfide che ci attendono.
La vostra vicinanza e condivisone di molte nostre iniziative ci nobilità e ci gratifica. La contaminazione sarà sempre premiante, come nel 1945.
Il legame con il tessuto produttivo e sociale del territorio costituirà sempre un punto di forza della nostra scuola. Gli studenti devono poter acquisire non solo delle conoscenze ma soprattutto delle competenze, e per fare ciò non vi è occasione migliore di una costante contaminazione con il tessuto imprenditoriale locale, ma anche nazionale ed internazionale. Lavoreremo costantemente per rafforzare la nostra presenza e legame con il territorio, portando il nostro istituto a divenire un polo formativo per l’intera filiera agroalimentare, enogastronomica turistico-ricettiva a livello provinciale e mi auguro anche un esempio virtuoso per l’intera regione. Apriremo, come stiamo già facendo, le nostre aule, i nostri laboratori e l’azienda agraria didattica “La Selva” ad università, ITS, altri enti locali, consorzi di tutela, associazioni, ordini professionali, aziende agricole per consentire una costante osmosi di know-how.
Ma chi è Nadia Riguccini?
Sono figlia di agricoltori, e ne sono orgogliosa, la mia famiglia mi ha trasmesso la passione per la terra in tutte le sue declinazioni, compresa l’umiltà ed il sacrificio. Questa passione mi ha portato ad una laurea in scienze agrarie a Firenze, alla quale è seguito un dottorato di ricerca in economia e sviluppo rurale, un master presso la LUISS a Roma in Management delle pubbliche amministrazioni, solo per citare i principali percorsi di studio. Sono stata un agricoltore, un agronomo libero professionista, ho collaborato con diverse pubbliche amministrazioni in veste di consulente esterno, poi un insegnate proprio qui all’istituto Ricasoli ed infine dirigente scolastico. Non ho mai smesso, e non smetterò mai, di continuare a formarmi, mettermi in discussione e cercare di migliorarmi sempre. Tante esperienze diverse che hanno contribuito a creare la mia “cassetta degli attrezzi” che mi dà l’opportunità di avere (quasi) sempre lo strumento adatto a qualsiasi situazione. Un percorso a tratti molto faticoso, ma ricco anche di tante belle gratificazioni, prima fra tutte tre figli meravigliosi. Mi ritengo una persona fortunata, la vita mi ha dato tante opportunità che ho sempre cercato di cogliere.
Cosa proprio non tollera?
La mancanza di visione, la chiusura e l’incapacità (spesso la mancanza di volontà) a collaborare. Chi mi conosce sa che una delle parole che utilizzo più spesso è “condivisione”, credo che condividere con gli altri le proprie conoscenze e competenze, cercare sempre di mediare e di collaborare sia prima di tutto un arricchimento per noi stessi. Nella condivisione con gli altri si riceve sempre molto di più di quanto si concede, e soprattutto si ottengono molti più risultati. Certo so anche essere determinata e tenere una linea dura…ma solo quando occorre e per fortuna mi è capitato raramente.
E se quella volta…
Non ho rimpianti né rimorsi, nella vita tutto ciò che ci accade, o che non ci accade, ha un senso se visto con la giusta chiave di lettura, o almeno io ho sempre cercato di ricavare da qualsiasi esperienza un insegnamento per migliorarmi. In particolar modo le esperienze più difficili ed i momenti di crisi sono stati per me delle straordinarie occasioni di crescita. Se faccio un bilancio oggi credo che tutto sia andato come doveva essere.
Siamo ai saluti. Solo un arrivederci al “Ricasoli” ed alla Sua bellissima voglia di fare…
Non si può non aver voglia di fare in questo Istituto, tutti i giorni arrivano nuove opportunità ed occasioni per migliorare ed ampliare la nostra offerta formativa, con ricadute positive per studenti e territorio. Per me è un onore essere la preside del Ricasoli, una scuola che amo profondamente
Ci rivedremo presto, molto presto.
Il Direttore,
Gianluca Cavicchioli