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Meccanizzazione agricola? Aproniano Tassinari è la riposta più immediata e calzante

Mar 25, 2024 | Apertis Verbis, Novità

Abbiamo la fortuna di poterlo ospitare qui da noi Aproniano Tassinari, Presidente Uncai

 

Carissimo Presidente benvenuto e grazie della disponibilità.

Siamo ben meccanizzati?

In Italia, la meccanizzazione agricola è una realtà consolidata. Direi proprio di sì, siamo ben attrezzati. Ma attenzione, il mercato è in costante evoluzione e le aziende devono adattarsi rapidamente. Le dimensioni delle strutture aziendali cambiano, e con esse i nostri approcci. Dobbiamo essere agili e pronti a rispondere alle esigenze di ogni coltura e di ogni angolo del nostro variegato territorio.

Persiste la giusta mentalità?

La mentalità con cui ci approcciamo al mercato deve essere intraprendente e orientata al futuro. La formazione è cruciale: le nuove generazioni devono essere pronte a gestire tecnologie avanzate che porteranno benefici economici significativi. Sì, abbiamo macchinari che potrebbero sembrare datati, ma sono ancora perfettamente funzionanti. Il vero nodo è questo: vengono utilizzati perché efficienti, nonostante l’età. Un trattore non si giudica dall’aspetto, ma dalle ore di lavoro che ha alle spalle, e molti hanno ancora molto da dare.

Coraggio e determinazione, condite da una buona dose di lungimiranza. Il giusto mix per un buon successo?

Per un’agricoltura che guarda al domani, serve più di un semplice impegno: serve una dedizione totale. Conoscere a fondo tutti gli strumenti a disposizione, dai fitofarmaci alle macchine agricole ai software e agli hardware per la cosiddetta agricoltura intelligente, è fondamentale. Dobbiamo formare persone capaci non solo di utilizzare questi strumenti, ma di farlo con consapevolezza e precisione. È un impegno che richiede coraggio e determinazione, ma che porterà a risultati straordinari.

Ci racconti gli ultimi 30 anni nell’automazione, nella ricerca delle performance.

Negli ultimi trent’anni, l’automazione ha trasformato il volto dell’agricoltura, rendendo il lavoro più semplice e gestibile. L’imprenditore agricolo e quello agromeccanico di oggi hanno a disposizione strumenti che un tempo erano impensabili: droni, sensori, sistemi di guida assistita. Questi strumenti ci permettono di monitorare con precisione l’impatto economico delle nostre scelte. Se un tempo il lavoro in campo seguiva un processo lineare, dalla preparazione del letto di semina al raccolto, oggi è un sistema complesso che richiede controllo e verifica costanti, in un dialogo continuo con la grande distribuzione.

Una parola sull’impresa del 1991. In un batter d’occhio una nuova rete di vendita. Bel successo. Quindi si può?

1991: l’anno del rilancio. In un attimo, una nuova rete di vendita prende forma. Un successo eclatante. Ma è possibile? Sì, e come! Nel 1991, senza preavviso, il crollo della Federconsorzi con un debito colossale nei confronti di Fiat Trattori. Da un giorno all’altro Fiat Trattori si ritrovò nella necessità impellente di riscrivere la rete di vendita e di ristrutturare l’intera organizzazione, soprattutto considerando che la Federconsorzi era il suo unico grande cliente, con tutto ciò che comportava: servizio post-vendita, ricambi, finanziamenti. In Fiat, non c’era un vero e proprio reparto commerciale, ma solo un ente che si occupava di fatturazione. Fu allora che l’amministratore delegato, dopo aver esaminato il mio curriculum e i risultati ottenuti nel commerciale, mi affidò il compito di ricostruire la rete di vendita. I tempi normalmente lunghi, per me furono ridotti a soli sei mesi. Sei mesi per riorganizzare tutto, e così fu fatto. Ho potuto contare sulla capacità e professionalità di alcuni ispettori che si sono uniti a me in questa avventura. Dopo sei mesi, ho presentato la nuova rete di vendita all’amministratore delegato, mantenendo una decina di consorzi. Nonostante non fosse previsto nell’accordo iniziale, una volta spiegato che quella era l’unica soluzione per mantenere il mercato in quelle aree, l’amministratore ha compreso e mi ha dato la sua fiducia. Nel primo anno, dopo che la Federconsorzi aveva mantenuto una quota di mercato del 43%, noi siamo riusciti a tenere il 38% della quota mercato, di poco sotto a quel 43% garantito fino all’anno prima da Federeconsorzi. Un risultato senza precedenti, che mi ha riempito di soddisfazione, felicità e ha arricchito enormemente il mio percorso professionale.

Non perdiamo occasione per ribadire quanto sia importante, diremmo vincente, la determinazione, il convincimento, il coraggio per i nostri successi. Lei ci sembra un gran conoscitore di quest’aspetto. Ci illumini.

Determinazione, convinzione e coraggio sono i pilastri del successo. I traguardi si raggiungono perché li si crede possibili, perché li si deve raggiungere e perché si vuole. Quindi determinati e convinti e credere nelle cose che vengono proposte, realizzate e condivise. Il successo non è mai un caso; è il frutto di una visione chiara, di condivisione e di un impegno senza riserve.

I contoterzisti. Ben sappiamo quanto siano importanti per l’ottimale organizzazione dei lavori aziendali.  Diremmo decisivi. Un connubio imprescindibile per un sicuro successo?

I contoterzisti sono il motore del cambiamento nell’agricoltura italiana. Sono professionisti che sanno valorizzare ogni attrezzo, ogni tecnica, per ottenere il massimo dalla terra. Il loro ruolo è cruciale sia per le grandi che per le piccole imprese. Stiamo lavorando per riconoscere ufficialmente la loro professionalità attraverso un albo professionale, già attivo in Lombardia e Emilia-Romagna. L’obiettivo è garantire che ogni contoterzista sia altamente qualificato, costantemente aggiornato e dotato delle macchine più avanzate, per offrire un servizio che generi valore economico sia per gli agricoltori sia per i contoterzisti stessi.

La sicurezza sui luoghi di lavoro. Serve più testa che pancia; per noi è soprattutto una questione di mentalità. Cosa ne pensa?

I problemi di sicurezza nell’uso di macchinari e tecnologie sono noti, ma il rischio lavorativo è gestibile se si rispettano le norme. Mi auguro che le nuove macchine siano costantemente controllate e verificate per dare sicurezza all’operatore.

Questa Pac la convince? A noi davvero poco.

La PAC attuale? Un labirinto burocratico che soffoca chi coltiva la terra. Chiedono sostenibilità senza alternative valide ai fertilizzanti e al gasolio. La transizione ecologica è vitale, ma non deve schiacciare chi ci nutre. Le proteste di questi ultimi mesi sono il grido di chi si sente ignorato da un sistema che impone senza dialogo. La PAC deve diventare un sostegno, non un ostacolo. Ascoltiamo gli agricoltori, non li soffochiamo con ulteriori regolamenti. I contoterzisti sono essenziali per un’agricoltura moderna e competitiva. La PAC dovrebbe promuovere i loro servizi agromeccanici, supportando la formazione e l’accesso a tecnologie avanzate. Solo così l’agricoltura potrà superare le sfide di un mondo che cambia velocemente. Non è tempo di imporre, ma di supportare e collaborare. La PAC deve essere un trampolino verso il futuro, non un fardello del passato. È il momento di agire con coraggio e visione per un’agricoltura sostenibile e produttiva. Non sprecare questa chance.

Il settore primario ha perso la sua centralità, o forse è sempre stato così. Spesso in subordine. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Una parola su questo.

L’agricoltura è fondamentale per l’economia di ogni paese. In Italia, l’agricoltura è ancora un grande sconosciuto. Gli addetti ai lavori conoscono le difficoltà, operano nonostante tutto ma desiderano essere più valorizzati e riconosciuti, soprattutto dai consumatori. Quello che mangiamo è il risultato di sacrificio, qualità e determinazione.

Un provvedimento normativo irrimandabile?

L’Albo Nazionale dei Contoterzisti.

Mi ricordo che….

Nel commerciale, sia nelle vendite che nell’organizzazione, ho vissuto un’esperienza straordinaria al fianco di Ferruccio Lamborghini, esplorando le strategie migliori per il mercato, attraversando anche momenti turbolenti. Dopo, ho dato vita ad Agrifood, un conglomerato di aziende in crisi, sostenute da Gepi. Abbiamo deciso di produrre trattori e abbiamo conquistato il 6% del mercato. La mia direzione commerciale ha portato grande soddisfazione. Fiat, attratta dalle nostre macchine speciali per frutteti e vigneti, ha acquisito Agrifood e con essa anche Tassinari. Entrando in Fiat, ho scoperto nuovi orizzonti.

Una cosa che poco tollera?

Non tollero l’ostilità. L’assenza di dialogo e confronto, il rifiuto di riconoscere, per partito preso, le opportunità genera incomprensioni e danneggia il risultato finale che potrebbe invece unire. La realtà non è mai bianca o nera; è essenziale trovare la soluzione giusta per un obiettivo comune.

Un carissimo saluto e ringraziamento per il tempo che ci ha dedicato.

Il Direttore

Gianluca Cavicchioli

 

 

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