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Concretezza del fare, lungimiranza e buon senso. Così diamo il benvenuto ad Andrea Cornacchia, neo fondatore di Carbon Credits Consulting

Gen 15, 2024 | Apertis Verbis, Novità

Una sensibilità che va oltre le necessità; vedere oltre il quotidiano, assicurare un futuro più roseo e certo a chi verrà, con tanto buon senso e credibilità.

Quando è nato tutto questo? Quale scintilla ha potuto originare siffatta meritoria contaminazione di idee e voglia di fare?

La scintilla che ha dato inizio a tutto questo è stata la consapevolezza della necessità di agire per contrastare i cambiamenti climatici e contribuire a un futuro sostenibile. La volontà di fare qualcosa di significativo, unita alla nostra esperienza, ha creato la base per Carbon Credits Consulting. Tutto è iniziato con la mia esperienza pregressa in altre startup. Lavoravo nel mondo della moda e volevo creare un materiale sostenibile; è lì che ho scoperto il mondo dei progetti di carbon offset. Ho visto un’opportunità unica nel settore del carbon offsetting, e con il mio partner Davide, abbiamo deciso di fondare la nostra startup a Bologna. Il nostro primo progetto di riforestazione in Brasile è stato il punto di partenza, segnando il cammino che avremmo intrapreso per affrontare le sfide ambientali con concretezza e lungimiranza.

I primi passi, i primi incontri. Quali sono state le difficoltà maggiori nel crescere?

I primi passi sono stati sicuramente difficili. Il mercato volontario del carbonio era all’epoca completamente sconosciuto in Italia; c’era scarsa informazione e numerosi rischi ed incertezze. Abbiamo dovuto affrontare sfide nella ricerca di finanziamenti e nella costruzione di partnership solide. Tuttavia, con impegno e determinazione, siamo riusciti a superare queste difficoltà iniziali, aprendo la strada per la crescita della nostra azienda.

Da uno a dieci, quanto siamo, veramente, sensibili ed attenti a questa necessità di “respirare” meglio e bene?

Sensibilità ed attenzione a questa necessità di “respirare” meglio sono fondamentali. Su una scala da uno a dieci, dovremmo essere tutti a dieci, ma sappiamo che la realtà è più complessa. Ci sono sicuramente crescenti consapevolezza e attenzione, ma c’è ancora molto lavoro da fare per coinvolgere più persone.

È un tema che suscita molto interesse; ma andiamo veramente verso una corretta gestione oppure ci sono letture troppo intransigenti, forse irrealizzabili, nel breve?

È importante bilanciare l’entusiasmo per la sostenibilità con una valutazione realistica delle sfide e delle possibilità nel contesto attuale. Ci sono sicuramente obiettivi ambiziosi, ma è fondamentale lavorare gradualmente per garantire una transizione sostenibile e realizzabile nel lungo periodo. La sfida aggiuntiva sta nel fatto che le vie per raggiungere la sostenibilità non sono chiare, e le regole variano considerevolmente tra i diversi paesi, creando ulteriore confusione. Questa mancanza di uniformità può rendere meno probabile che aziende private e governi si allineino in modo efficace su iniziative sostenibili.

Transizione ecologica, per tutti non solo per pochi. Servono investimenti od anche e soprattutto una giusta mentalità?

Servono sia investimenti che una mentalità adeguata. Educare e formare sono parti cruciali di questo processo, poiché è necessario far comprendere alle persone l’importanza di un cambiamento di mentalità e di stile di vita. 

È arduo far mutare abitudini, ma è necessario.

È essenziale. L’IPCC sottolinea la necessità di rimuovere circa 6 gigatonnellate di CO2 all’anno se vogliamo limitare l’aumento della temperatura a 1.5 gradi Celsius. Questa sfida è enorme, specialmente considerando il nostro attuale stile di vita. 

Quali zone ove è maggiore la vostra attività ed attenzione?

La nostra attività si concentra su diverse regioni, ma prestiamo particolare attenzione a dove possiamo avere un impatto significativo. Attualmente, operiamo in vari biomi, tra cui l’Amazzonia ed il Cerrado in Brasile, le Yungas in Argentina, e recentemente abbiamo esteso la nostra presenza anche a Madagascar. Qui, il nostro impegno va oltre il sostegno alle comunità locali; stiamo lavorando attivamente per il recupero di ecosistemi gravemente compromessi dalla deforestazione. Con l’avvio del progetto LifeVitiCaSe, stiamo aprendo un nuovo capitolo direttamente in Italia. Questo segna un passo significativo che potrebbe non solo creare nuove opportunità di mercato, ma anche generare considerevoli benefici ambientali nel nostro paese.

Per cambiare occorre anche educare, formare. In questo come stiamo messi?

Assolutamente, nel contesto aziendale ad esempio, l’educazione e la formazione sono pilastri fondamentali per implementare cambiamenti sostenibili. Attualmente, molte aziende stanno riconoscendo l’importanza di integrare pratiche sostenibili nelle loro operazioni. Tuttavia, c’è ancora una necessità critica di educare i leader aziendali e i dipendenti su come adottare strategie più sostenibili. 

Un provvedimento irrimandabile?

Affrontare la crisi climatica è un provvedimento irrimandabile. Le azioni per mitigare i cambiamenti climatici devono essere intraprese immediatamente per limitare gli impatti negativi. A volte, sento dire che si cercherà di compensare le emissioni solo è quando siano state portate alla massima riduzione, sono d’accordo, bisogna assolutamente ridurre tutto il possibile, purtroppo pero, non possiamo darci il lusso di compensare solo in quel momento lì, bisogna adottare misure urgenti questo vuol dire lavorare in diversi ambiti contemporaneamente, e quindi ridurre e compensare oggi, non domani. Ogni ritardo potrebbe comportare conseguenze sempre più gravi e rendere più difficile il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità a lungo termine. 

E in Europa?

La necessità di educare e formare è particolarmente urgente. Un cambiamento di mentalità è irrimandabile, e questo vale sia in Europa che altrove. Come comunità globale, dobbiamo adottare misure concrete per affrontare la crisi climatica.

Siamo piccoli ma dobbiamo dare l’esempio?

Siamo piccoli, ma dobbiamo sicuramente dare l’esempio. Ogni azione conta, e dimostrare che è possibile avere successo nel business integrando sostenibilità e responsabilità ambientale è fondamentale. 

Un sano mercato dei crediti di carbonio potrebbe aiutare una riduzione più pingue?

Un mercato sano dei crediti di carbonio può sicuramente contribuire a una riduzione più significativa delle emissioni. Rappresenta una leva fondamentale per indirizzare il capitale dove è più necessario, garantendo nel contempo un processo trasparente e integro. Tale struttura incoraggia aziende e individui a impegnarsi attivamente nella sostenibilità, contribuendo così a un impatto ambientale positivo.

Il progetto irrealizzabile?

Non esiste. Dobbiamo sforzarci per realizzare idee audaci e innovazioni per affrontare la crisi climatica. 

Se quel giorno…

Arriverà il giorno in cui raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo prefissati, sarà un giorno di grande soddisfazione. Sarà il risultato del nostro impegno costante verso una causa in cui crediamo profondamente. 

Fortuna che..

Abbiamo il sostegno di un team dedicato e di partner fidati che condividono la nostra visione. Questo è fondamentale per affrontare le sfide che incontriamo nel nostro percorso.

Il 2024 sarà l’anno…di che cosa?

Il 2024 sarà l’anno in cui vedremo un aumento significativo dell’attenzione verso progetti di alta qualità nel mercato. Presso Carbon Credits Consulting, ci stiamo concentrando su iniziative che offrono benefici tangibili oltre alla semplice compensazione delle emissioni. Questo si traduce in un aumento significativo nella consapevolezza ambientale e un maggiore impegno per affrontare la crisi climatica a livello globale.

Una cosa che proprio non tollera?

L’indifferenza. In un momento in cui il nostro pianeta sta affrontando sfide senza precedenti, l’indifferenza è un lusso che non possiamo permetterci. Dobbiamo agire con urgenza e determinazione per costruire un futuro sostenibile.

Grazie della disponibilità. Confidiamo, anche noi, di aver contribuito nel nostro piccolo ad informare.

Davvero grati per quello che fate e non da ora,

il Direttore,

Gianluca Cavicchioli

 

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